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CEI 2008 - Antico Testamento - Libri Sapienziali - Sapienza - 16

Sapienza

CEI 2008 Torna al libro

Nova Vulgata

CEI 2008 16 Per questo furono giustamente puniti con esseri simili
e torturati con una moltitudine di bestie.
16,1-4  Le creature come castigo e beneficio: le quaglie
 Gli Egiziani sono puniti da una grave carestia, causata dall’invio di animali nauseanti (forse vi è un’allusione alla piaga delle rane, Es 7,28-29); gli Ebrei invece sono saziati mediante l’invio di quaglie (Es 16,9-13). Ciò che si dimostrò castigo per gli Egiziani, fu un beneficio per Israele.
Nova Vulgata Sap16,1Propter haec per his similia castigati sunt digne
et per multitudinem bestiarum tormenta passi sunt.
CEI 2008 16,2Invece di tale castigo, tu beneficasti il tuo popolo;
per appagarne il forte appetito
gli preparasti come cibo quaglie dal gusto insolito,
Nova Vulgata
Sap16,2Pro qua castigatione bene disponens populum tuum
ad concupiscentiam delectamenti sui,
novum saporem, escam parasti eis ortygometram:
CEI 2008 16,3perché quelli che desideravano cibo,
a causa del ribrezzo per gli animali inviati contro di loro,
perdessero anche l'istinto della fame,
mentre questi, rimasti privi di cibo per un breve periodo,
provassero un gusto insolito.
Nova Vulgata
Sap16,3ut illi quidem concupiscentes escam
propter foeditatem eorum animalium, quae missa sunt,
etiam a necessaria concupiscentia averterentur;
hi autem in brevi inopes facti
etiam novam gustarent escam.
CEI 2008 16,4Era necessario che su quei tiranni
si abbattesse una carestia implacabile
e a questi si mostrasse soltanto
come erano tormentati i loro nemici.
Nova Vulgata
Sap16,4Oportebat enim illis quidem sine excusatione
supervenire interitum exercentibus tyrannidem,
his autem tantum ostendere
quemadmodum inimici eorum exterminabantur.
CEI 2008 Quando infatti li assalì il terribile furore delle bestie
e venivano distrutti per i morsi di serpenti sinuosi,
la tua collera non durò sino alla fine.
16,5-14  Serpenti, cavallette, mosconi
 Nel deserto anche gli Israeliti furono puniti con l’invio di serpenti velenosi, a motivo della loro contestazione nei confronti di Mosè (Nm 21,6), ma poi il serpente di bronzo innalzato da Mosè fu salvezza per loro (Nm 21,8-9). Agli Egiziani non fu concesso un rimedio simile, e caddero sotto la fitta invasione di cavallette e mosconi (Es 8,16-20; 10,15). Gli episodi narrati nel libro dell’Esodo vengono esposti dall’autore con grande libertà e in forme iperboliche.
Nova Vulgata
Sap16,5Etenim, cum illis supervenit saeva bestiarum ira,
morsibus perversorum colubrorum exterminabantur;
sed non in perpetuum ira tua permansit,
CEI 2008 16,6Per correzione furono turbati per breve tempo,
ed ebbero un segno di salvezza
a ricordo del precetto della tua legge.
Nova Vulgata
Sap16,6sed ad correptionem in brevi turbati sunt,
signum habentes salutis ad commemorationem mandati legis tuae.
CEI 2008 16,7Infatti chi si volgeva a guardarlo era salvato
non per mezzo dell'oggetto che vedeva,
ma da te, salvatore di tutti.
Nova Vulgata
Sap16,7Qui enim conversus est, non per hoc, quod videbat, sanabatur,
sed per te omnium salvatorem.
CEI 2008 16,8Anche in tal modo hai persuaso i nostri nemici
che sei tu colui che libera da ogni male.
Nova Vulgata
Sap16,8In hoc autem ostendisti inimicis nostris
quia tu es, qui liberas ab omni malo.
CEI 2008 16,9Essi infatti furono uccisi dai morsi di cavallette e mosconi,
né si trovò un rimedio per la loro vita,
meritando di essere puniti con tali mezzi.
Nova Vulgata
Sap16,9Illos enim locustarum et muscarum occiderunt morsus,
et non est inventa sanitas animae illorum,
quia digni erant ab huiusmodi exterminari;
CEI 2008 16,10Invece contro i tuoi figli
neppure i denti di serpenti velenosi prevalsero,
perché la tua misericordia venne loro incontro e li guarì.
Nova Vulgata
Sap16,10filios autem tuos nec draconum venenatorum vicerunt dentes:
misericordia enim tua adveniens sanabat illos.
CEI 2008 16,11Perché ricordassero le tue parole,
venivano feriti ed erano subito guariti,
per timore che, caduti in un profondo oblio,
fossero esclusi dai tuoi benefici.
Nova Vulgata
Sap16,11In memoriam enim sermonum tuorum
pungebantur et velociter salvabantur,
ne in altam incidentes oblivionem
non possent distrahi a tua beneficientia.
CEI 2008 16,12Non li guarì né un'erba né un unguento,
ma la tua parola, o Signore, che tutto risana.
Nova Vulgata
Sap16,12Etenim neque herba neque malagma sanavit eos,
sed tuus, Domine, sermo, qui sanat omnia.
CEI 2008 16,13Tu infatti hai potere sulla vita e sulla morte,
conduci alle porte del regno dei morti e fai risalire.
Nova Vulgata
Sap16,13Tu enim vitae et mortis habes potestatem,
et deducis ad portas mortis et reducis.
CEI 2008 16,14L'uomo uccide con la sua malvagità,
ma non può far ritornare uno spirito che se n'è andato,
né libera un'anima già accolta nel regno dei morti.
Nova Vulgata
Sap16,14Homo autem occidit quidem per malitiam suam
et spiritum, qui exierit, restituere non potest,
nec liberare animam, quae recepta est.
CEI 2008 È impossibile sfuggire alla tua mano:
16,15-19  La grandine e la pioggia
 Gli elementi atmosferici (pioggia, grandine, acquazzoni, fuoco) diventano strumenti di punizione per gli Egiziani, che hanno rifiutato di riconoscere Dio e la potenza prodigiosa della sua azione. L’autore si riferisce al testo di Es 9,13-35.
Nova Vulgata
Sap16,15Sed tuam manum effugere impossibile est:
CEI 2008 16,16perciò gli empi, che rifiutavano di conoscerti,
furono fustigati dalla forza del tuo braccio,
perseguitati da piogge strane, da grandine,
da acquazzoni travolgenti, e consumati dal fuoco.
Nova Vulgata
Sap16,16negantes enim te nosse impii
per fortitudinem brachii tui flagellati sunt,
novis pluviis et grandinibus et imbribus persecutionem passi
et per ignem consumpti.
CEI 2008 16,17E, cosa più sorprendente, nell'acqua che tutto spegne
il fuoco prendeva sempre più forza,
perché alleato dei giusti è l'universo.
Nova Vulgata
Sap16,17Quod enim valde mirabile erat,
in aqua, quae omnia exstinguit, plus ignis valebat;
vindex est enim orbis iustorum.
CEI 2008 16,18Talvolta la fiamma si attenuava
per non bruciare gli animali inviati contro gli empi
e per far loro comprendere a tale vista
che erano incalzati dal giudizio di Dio.
Nova Vulgata
Sap16,18Quodam enim tempore mansuetabatur flamma,
ne combureret, quae ad impios missa erant, animalia,
sed ut ipsi videntes
scirent quoniam Dei iudicio patiuntur persecutionem.
CEI 2008 16,19Altre volte, anche in mezzo all'acqua,
la fiamma bruciava oltre la potenza del fuoco
per distruggere i germogli di una terra iniqua.
Nova Vulgata
Sap16,19Quodam autem tempore et in medio aquarum
supra virtutem ignis exardescit,
ut iniquae terrae genimina exterminet.
CEI 2008 Invece hai sfamato il tuo popolo con il cibo degli angeli,
dal cielo hai offerto loro un pane pronto senza fatica,
capace di procurare ogni delizia e soddisfare ogni gusto.
16,20-21  La manna
 I giusti ottengono dal Signore un cibo speciale, cibo degli angeli: la manna (v. 20). L’autore offre del testo di Es 16 una lettura spirituale, che il NT farà propria (Gv 6,32-33.49-51).
Nova Vulgata
Sap16,20Pro quibus angelorum esca nutrivisti populum tuum
et paratum panem de caelo praestitisti illis sine labore,
omne delectamentum in se habentem
et ad omnem gustum aptum.
CEI 2008 16,21Questo tuo alimento manifestava la tua dolcezza verso i figli,
si adattava al gusto di chi ne mangiava,
si trasformava in ciò che ognuno desiderava.
Nova Vulgata
Sap16,21Substantia enim tua dulcedinem tuam in filios ostendebat;
et deserviens sumentis voluntati,
ad quod quisque volebat, convertebatur.
CEI 2008 Neve e ghiaccio resistevano al fuoco e non si fondevano,
perché sapessero che il fuoco, che ardeva nella grandine
e lampeggiava nelle piogge, distruggeva i frutti dei nemici;
16,22-29 Neve, acqua e fuoco
Nova Vulgata
Sap16,22Nix autem et glacies sustinebant ignem et non tabescebant,
ut scirent quoniam fructus inimicorum
exterminabat ignis ardens in grandine et in pluviis coruscans;  
CEI 2008 16,23al contrario, perché i giusti si nutrissero,
dimenticava perfino la propria forza.
Nova Vulgata
Sap16,23hic autem iterum, ut nutrirentur iusti,
etiam suae virtutis oblitus est.
CEI 2008 16,24La creazione infatti, obbedendo a te che l'hai fatta,
si irrigidisce per punire gli ingiusti
e si addolcisce a favore di quelli che confidano in te.
Nova Vulgata
Sap16,24Creatura enim tibi Factori deserviens
invalescit in tormentum adversus iniustos
et lenior fit ad benefaciendum
pro his, qui in te confidunt.
CEI 2008 16,25Per questo anche allora, adattandosi a tutto,
era al servizio del tuo dono che nutre tutti,
secondo il desiderio di chi ti pregava,
Nova Vulgata
Sap16,25Propter hoc, et tunc in omnia transfigurata,
omnium nutrici gratiae tuae deserviebat
ad voluntatem eorum, qui a te desiderabant,
CEI 2008 perché i tuoi figli, che hai amato, o Signore,
imparassero che non le diverse specie di frutti nutrono l'uomo,
ma la tua parola tiene in vita coloro che credono in te.
16,26 Vedi Dt 8,3.
Nova Vulgata
Sap16,26ut discerent filii tui, quos dilexisti, Domine,
quoniam non nativitates fructuum pascunt homines,
sed sermo tuus credentes in te conservat.  
CEI 2008 16,27Ciò che infatti non era stato distrutto dal fuoco
si scioglieva appena scaldato da un breve raggio di sole,
Nova Vulgata
Sap16,27Quod enim ab igne non poterat exterminari,
statim ab exiguo radio solis calefactum tabescebat,
CEI 2008 perché fosse noto che si deve prevenire il sole per renderti grazie
e incontrarti al sorgere della luce,
16,28 si deve prevenire il sole: allusione alla preghiera del mattino; ad essa, che costituisce la prima delle tre preghiere liturgiche quotidiane dell’ebraismo, invitano più volte i Salmi (vedi Sal 5,488,14).
Nova Vulgata
Sap16,28ut notum esset quoniam oportet praevenire solem
ad benedictionem tuam
et ad ortum lucis te adorare.
CEI 2008 16,29poiché la speranza dell'ingrato si scioglierà come brina invernale
e si disperderà come un'acqua inutilizzabile.


Nova Vulgata
Sap16,29Ingrati enim spes tamquam hibernalis glacies tabescet
et disperiet tamquam aqua supervacua.