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CEI 2008 - Antico Testamento - Libri Sapienziali - Qoelet - 7

Qoelet

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Nova Vulgata

CEI 2008 7 Un buon nome è preferibile all'unguento profumato
e il giorno della morte al giorno della nascita.
7,1 LA SAPIENZA UMANA E IL SUO FALLIMENTO (7,1-12,8
-12,8 In questa seconda sezione il filo conduttore è la riflessione sulla condizione dell’uomo e della donna, sul mistero del destino dell’uomo e dell’agire di Dio.  Ciò che è meglio per l’uomo
 Alcuni proverbi mettono in evidenza il contrasto tra il pensiero del Qoèlet e le idee comunemente accettate.
Nova Vulgata
Eccle7,1Melius est nomen bonum quam unguenta pretiosa,

et dies mortis die nativitatis.
CEI 2008 7,2È meglio visitare una casa dove c'è lutto
che visitare una casa dove si banchetta,
perché quella è la fine d'ogni uomo
e chi vive ci deve riflettere.
Nova Vulgata
Eccle7,2Melius est ire ad domum luctus

quam ad domum convivii;

in illa enim finis cunctorum hominum,

et vivens hoc conferet in corde.
CEI 2008 7,3È preferibile la mestizia al riso,
perché con un volto triste il cuore diventa migliore.
Nova Vulgata
Eccle7,3Melior est tristitia risu,

quia per tristitiam vultus corrigitur animus.
CEI 2008 7,4Il cuore dei saggi è in una casa in lutto
e il cuore degli stolti in una casa in festa.
Nova Vulgata
Eccle7,4Cor sapientium in domo luctus,

et cor stultorum in domo laetitiae.
CEI 2008 7,5Meglio ascoltare il rimprovero di un saggio
che ascoltare la lode degli stolti:
Nova Vulgata
Eccle7,5Melius est a sapiente corripi

quam laetari stultorum canticis,
CEI 2008 7,6perché quale il crepitìo dei pruni sotto la pentola
tale è il riso degli stolti.
Ma anche questo è vanità.
Nova Vulgata
Eccle7,6quia sicut sonitus spinarum ardentium sub olla,

sic risus stulti.

Sed et hoc vanitas.
CEI 2008 7,7L'estorsione rende stolto il saggio
e i regali corrompono il cuore.
Nova Vulgata
Eccle7,7Quia calumnia stultum facit sapientem,

et munus cor insanire facit.
CEI 2008 7,8Meglio la fine di una cosa che il suo principio;
è meglio un uomo paziente che uno presuntuoso.
Nova Vulgata
Eccle7,8«Melior est finis negotii quam principium,

melior est patiens arrogante».
CEI 2008 7,9Non essere facile a irritarti in cuor tuo, perché la collera dimora in seno agli stolti.
Nova Vulgata
Eccle7,9Ne sis velox in animo ad irascendum, quia ira in sinu stulti requiescit.
CEI 2008 7,10Non dire: "Come mai i tempi antichi erano migliori del presente?", perché una domanda simile non è ispirata a saggezza.
Nova Vulgata Eccle7,10Ne dicas: «Quid, putas, causae est quod priora tempora meliora fuere quam nunc sunt?». Non enim ex sapientia interrogas de hoc.
CEI 2008 7,11Buona cosa è la saggezza unita a un patrimonio ed è utile per coloro che vedono il sole.
Nova Vulgata Eccle7,11Bona est sapientia cum divitiis et prodest videntibus solem.
CEI 2008 7,12Perché si sta all'ombra della saggezza come si sta all'ombra del denaro; ma vale di più il sapere, perché la saggezza fa vivere chi la possiede.
Nova Vulgata Eccle7,12Sicut enim protegit sapientia, sic protegit pecunia; hoc autem plus habet eruditio, quod sapientia vitam tribuit possessori suo.
CEI 2008 7,13Osserva l'opera di Dio: chi può raddrizzare ciò che egli ha fatto curvo?
Nova Vulgata Eccle7,13Considera opera Dei: quod nemo possit corrigere, quod ille curvum fecerit.
CEI 2008 7,14Nel giorno lieto sta' allegro e nel giorno triste rifletti: Dio ha fatto tanto l'uno quanto l'altro, cosicché l'uomo non riesce a scoprire ciò che verrà dopo di lui.
Nova Vulgata Eccle7,14In die bona fruere bonis et in die mala considera: Sicut hanc, sic et illam fecit Deus, ita ut non inveniat homo quidquam de futuro.
CEI 2008 Nei miei giorni vani ho visto di tutto: un giusto che va in rovina nonostante la sua giustizia, un malvagio che vive a lungo nonostante la sua iniquità.
7,15-22 Sapienza e moderazione
Nova Vulgata
Eccle7,15Cuncta vidi in diebus vanitatis meae: est iustus, qui perit in iustitia sua, et impius, qui multo vivit tempore in malitia sua.
CEI 2008 7,16Non essere troppo giusto
e non mostrarti saggio oltre misura:
perché vuoi rovinarti?
Nova Vulgata
Eccle7,16Noli esse nimis iustus

neque sapiens supra modum!

Cur te perdere vis?
CEI 2008 7,17Non essere troppo malvagio
e non essere stolto.
Perché vuoi morire prima del tempo?
Nova Vulgata
Eccle7,17Ne agas nimis impie

et noli esse stultus!

Cur mori debeas in tempore non tuo?
CEI 2008 7,18È bene che tu prenda una cosa senza lasciare l'altra: in verità chi teme Dio riesce bene in tutto.
Nova Vulgata
Eccle7,18Bonum est ut, quod habes, teneas, sed et ab illo ne subtrahas manum tuam, quia qui timet Deum, utrumque devitat.
CEI 2008 7,19La sapienza rende il saggio più forte di dieci potenti che sono nella città.
Nova Vulgata Eccle7,19Sapientia confortabit sapientem super decem principes civitatis.
CEI 2008 7,20Non c'è infatti sulla terra un uomo così giusto che faccia solo il bene e non sbagli mai.
Nova Vulgata Eccle7,20Nullus enim homo iustus in terra, qui faciat bonum et non peccet.
CEI 2008 7,21Ancora: non fare attenzione a tutte le dicerie che si fanno, così non sentirai che il tuo servo ha detto male di te;
Nova Vulgata Eccle7,21Sed et cunctis sermonibus, qui dicuntur, ne accommodes cor tuum, ne forte audias servum tuum maledicentem tibi;
CEI 2008 7,22infatti il tuo cuore sa che anche tu tante volte hai detto male degli altri.
Nova Vulgata Eccle7,22scit enim conscientia tua, quia et tu crebro maledixisti aliis.
CEI 2008 Tutto questo io ho esaminato con sapienza e ho detto: "Voglio diventare saggio!", ma la sapienza resta lontana da me!
7,23-29 La sapienza è introvabile nell’uomo e nella donna
Nova Vulgata
Eccle7,23Cuncta tentavi in sapientia, dixi: «Sapiens efficiar».
CEI 2008 7,24Rimane lontano ciò che accade: profondo, profondo! Chi può comprenderlo?
Nova Vulgata Eccle7,24Et ipsa longius recessit a me. Longe est, quod fuit; et alta est profunditas. Quis inveniet eam?
CEI 2008 7,25Mi sono applicato a conoscere e indagare e cercare la sapienza e giungere a una conclusione, e a riconoscere che la malvagità è stoltezza e la stoltezza è follia.
Nova Vulgata
Eccle7,25Lustravi universa animo meo, ut scirem et considerarem et quaererem sapientiam et rationem et ut cognoscerem impietatem esse stultitiam et errorem imprudentiam.
CEI 2008 Trovo che amara più della morte è la donna: essa è tutta lacci, una rete il suo cuore, catene le sue braccia. Chi è gradito a Dio la sfugge, ma chi fallisce ne resta preso.
7,26  La donna vista come tentatrice e più temibile della morte è uno stereotipo proprio del suo ambiente, che il Qoèlet condivide ma corregge: saggezza e stoltezza appartengono a tutti gli esseri umani (v. 29).
Nova Vulgata Eccle7,26Et invenio amariorem morte mulierem, quae laqueus venatorum est, et sagena cor eius, vincula sunt manus illius. Qui placet Deo, effugiet eam; qui autem peccator est, capietur ab illa.
CEI 2008 7,27Vedi, questo ho scoperto, dice Qoèlet, confrontando a una a una le cose, per arrivare a una conclusione certa.
Nova Vulgata Eccle7,27Ecce hoc inveni, dixit Ecclesiastes, unum et alterum, ut invenirem rationem,
CEI 2008 7,28Quello che io ancora sto cercando e non ho trovato è questo:
un uomo fra mille l'ho trovato,
ma una donna fra tutte non l'ho trovata.
Nova Vulgata Eccle7,28quam adhuc quaerit anima mea, et non inveni:

Hominem de mille unum repperi,
mulierem ex omnibus non inveni.
CEI 2008 7,29Vedi, solo questo ho trovato:
Dio ha creato gli esseri umani retti,
ma essi vanno in cerca di infinite complicazioni.


Nova Vulgata
Eccle7,29Ecce solummodo hoc inveni:

Quod fecerit Deus hominem rectum,

et ipsi quaesierint infinitas quaestiones.