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CEI 2008 - Antico Testamento - Libri Storici - Tobia - 1

Tobia

CEI 2008 Torna al libro

Interconfessionale

CEI 2008 1 Libro della storia di Tobi, figlio di Tobièl, figlio di Ananièl, figlio di Aduèl, figlio di Gabaèl, figlio di Raffaele, figlio di Raguele, della discendenza di Asièl, della tribù di Nèftali.
1,1 IL DRAMMA DI DUE FAMIGLIE (1,1-3,17)
 Prologo
 Molti nomi propri in questo libro hanno un significato simbolico, a partire da quello del protagonista: Tobi, forma abbreviata dall’ebraico Tobijah, significa “Bene mio è YHWH”. Questo è anche il significato della forma completa Tobia (v. 9).
Interconfessionale TbQuesto libro racconta la storia di Tobi. Suo padre era Tobièl, figlio di Ananièl, figlio di Aduèl, figlio di Gabaèl, figlio di Raffaele, figlio di Raguele. Erano discendenti di Asièl e appartenevano alla tribù di Nèftali.
Note al Testo
1,1 In diverse edizioni della Bibbia il libro ha come titolo il nome di Tobia (v. 9), figlio di Tobi (v. 1); la storia di Tobia infatti, occupa la maggior parte del racconto, dal capitolo 5 in poi. In altre edizioni, invece, il titolo del libro è dato dal nome del padre (Tobi). — Nèftali: per la localizzazione della regione, vedi nota a Giosuè 19,32.
CEI 2008 Al tempo di Salmanàssar, re degli Assiri, egli fu deportato dalla città di Tisbe, che sta a sud di Kedes di Nèftali, nell'alta Galilea, sopra Asor, verso occidente, a nord di Sefet.
1,2 fu deportato: si deve trattare della deportazione di Nèftali del 734 per opera di Tiglat- Pilèser III, di cui parla 2Re 15,29, che qui viene attribuita al suo successore Salmanàssar.
Interconfessionale TbAl tempo di Salmanàssar, re di Assiria, Tobi fu deportato da Tisbe, una città nell’alta Galilea che si trova a sud di Kades di Nèftali, a ovest sopra Azor e a nord di Fogor.
Note al Testo
1,2 Salmanàssar V fu re dell’Assiria nel 726-722 a.C. Secondo 2 Re 15,29 fu il suo predecessore Tiglat-Pileser a deportare gli abitanti della regione di Nèftali in Assiria.
CEI 2008 Io, Tobi, passavo tutti i giorni della mia vita seguendo le vie della verità e della giustizia. Ai miei fratelli e ai miei compatrioti, che erano stati condotti con me in prigionia a Ninive, nel paese degli Assiri, facevo molte elemosine.
1,3 -3,6 Racconto autobiografico
Gli eventi storici qui ricordati spaziano dal 931, anno della secessione della tribù Nèftali dalla casa di Davide dopo la morte di Salomone, al re assiro Assarhàddon (680-669), attraverso i regni dei suoi predecessori Tiglat-Pilèser (745-727), Salmanàssar (726-722), Sennàcherib (704-681). Essi coprono così la durata di circa trecento anni, che ovviamente non può essere quella della vita di Tobi, nonostante il ricorso allo stile autobiografico, puramente convenzionale.
Interconfessionale TbIo, Tobi, sono stato un uomo onesto e leale, tutti i giorni della mia vita. Ho fatto molte opere di misericordia a quelli del mio popolo, deportati con me a Ninive.
Rimandi
1,3 un uomo onesto e leale Dt 10,12; 19,9; 28,9; Sal 86,11; 119,30. — opere di misericordia Tb 4,7-11; 12,8-9. — Ninive Gio 1,2+.
Note al Testo
1,3 Io, Tobi: il racconto è messo sulla bocca di Tobi fino a 3,6.
CEI 2008 1,4Mi trovavo ancora al mio paese, la terra d'Israele, ed ero ancora giovane, quando la tribù del mio antenato Nèftali abbandonò la casa di Davide e si staccò da Gerusalemme, la sola città fra tutte le tribù d'Israele scelta per i sacrifici. In essa era stato consacrato il tempio, dove abita Dio, ed era stato edificato per tutte le generazioni future.
Interconfessionale TbQuando ero giovane e vivevo ancora in patria, nella terra d’Israele, tutta la tribù del mio antenato Nèftali si era distaccata dalla dinastia di Davide e da Gerusalemme. Questa era la città scelta fra tutte le tribù, come l’unico posto dove gli Israeliti devono offrire sacrifici al Signore, e perciò vi era stato costruito e consacrato il tempio, che è la casa di Dio, per tutte le generazioni del futuro.
Rimandi
1,4 la città scelta Dt 12,5-11; 1 Re 11,13.32.36.
Note al Testo
1,4 I versi 4 e 5 richiamano il racconto riferito in 1 Re 12 e specialmente il termine del capitolo (1 Re 12,26-33).
CEI 2008 Tutti i miei fratelli e quelli della tribù del mio antenato Nèftali facevano sacrifici su tutti i monti della Galilea al vitello che Geroboamo, re d'Israele, aveva fabbricato a Dan.
1,5 Per questo vitello vedi 1Re 12,28 e nota relativa.
Interconfessionale Tb1,5I miei fratelli, come tutto il resto della tribù del mio antenato Nèftali, offrivano sacrifici su ogni montagna della Galilea. Essi adoravano la statua del vitello che il re d’Israele Geroboamo aveva fatto costruire a Dan.
CEI 2008 Io ero il solo che spesso mi recavo a Gerusalemme nelle feste, per obbedienza a una legge perenne prescritta a tutto Israele. Correvo a Gerusalemme con le primizie dei frutti e degli animali, con le decime del bestiame e con la prima lana che tosavo alle mie pecore.
1,6 primizie: riguardo a queste offerte, vedi Es 22,28-29; 23,19; Nm 18,12-13; Dt 12,11-14; 14,22-29.
Interconfessionale TbPerciò spesso, in occasione delle feste, andavo da solo a Gerusalemme per il pellegrinaggio, perché io rimasi fedele alla legge che Mosè prescrive per sempre a tutto il popolo d’Israele.
Io mi affrettavo verso Gerusalemme e portavo con me i miei frutti dei campi, i primogeniti del bestiame, la decima parte del mio reddito e la prima lana che avevo tosato alle pecore.
Rimandi
1,6 fedele alla legge Dt 16,16.
CEI 2008 1,7Consegnavo tutto ai sacerdoti, figli di Aronne, per l'altare. Davo anche ai leviti, che prestavano servizio a Gerusalemme, le decime del grano, del vino, dell'olio, delle melagrane, dei fichi e degli altri frutti. Per sei anni consecutivi convertivo in denaro la seconda decima ogni anno e andavo a spenderla a Gerusalemme.
Interconfessionale Tb1,7Al mio arrivo a Gerusalemme, li consegnavo ai sacerdoti, i discendenti di Aronne, per offrirli sull’ altare.
Portavo anche la decima parte di grano, di vino e di olio, delle melagrane, dei fichi e degli altri frutti. Consegnavo tutto ai leviti che prestavano servizio a Gerusalemme.
Per sei anni consecutivi vendevo un’altra decima parte dei miei averi e, ogni anno, spendevo il denaro ricavato a Gerusalemme.
CEI 2008 La terza decima poi era per gli orfani, le vedove e i forestieri che si trovavano con gli Israeliti. La portavo loro ogni tre anni e la si consumava insieme, come vuole la legge di Mosè e secondo le raccomandazioni di Dèbora, moglie di Ananièl, la madre di nostro padre, poiché mio padre, morendo, mi aveva lasciato orfano.
1,8 per gli orfani, le vedove e i forestieri: possibile allusione alla disposizione di Dt 14,28-29, che però è resa qui più meticolosa.
Interconfessionale TbUna terza decima parte ancora la distribuivo agli orfani, alle vedove e ai pagani che si erano convertiti e abitavano in mezzo al popolo d’Israele. Portavo ad essi questa offerta ogni tre anni, e in quell’occasione la consumavo mangiando insieme a loro, come ha prescritto Mosè nella legge e come ci aveva raccomandato Dèbora, la madre di mio nonno Ananièl.
Mio padre era morto e io ero rimasto orfano.
Note al Testo
1,8 La pratica delle tre decime, ricordata ai versi 6 e 8, si ispira alla legislazione di Deuteronomio 14,22-29.
CEI 2008 1,9Quando divenni adulto, sposai Anna, una donna della mia parentela, e da essa ebbi un figlio che chiamai Tobia.
Interconfessionale TbQuando poi diventai adulto, mi sposai con Anna, una donna della mia stessa parentela. Da lei ebbi un figlio e lo chiamai Tobia.
Rimandi
1,9 della mia stessa parentela 4,12+.
Note al Testo
1,9 Anna: così secondo il testo corto e 10,4; 11,5; il testo lungo omette qui il nome della moglie.
CEI 2008 1,10Dopo la deportazione in Assiria, quando fui condotto prigioniero e arrivai a Ninive, tutti i miei fratelli e quelli della mia gente mangiavano i cibi dei pagani;
Interconfessionale Tb1,10Al tempo della deportazione in Assiria, anch’io fui fatto prigioniero e condotto a Ninive.
I miei fratelli e tutti quelli della mia stirpe si misero a mangiare cibi proibiti dalla legge, come i pagani.
CEI 2008 1,11ma io mi guardai bene dal farlo.
Interconfessionale TbIo invece mi guardai bene dal toccarli.
Note al Testo
1,11 dal toccarli: vedi Giuditta 12,1-2; Daniele 1,8; Ester greco C,28.
CEI 2008 1,12Poiché restai fedele a Dio con tutto il cuore,
Interconfessionale Tb1,12Poiché restavo fedele al Signore con tutto il cuore,
CEI 2008 1,13l'Altissimo mi fece trovare il favore di Salmanàssar, del quale presi a trattare gli affari.
Interconfessionale Tbl’Altissimo mi fece prendere in simpatia dal re Salmanàssar. Egli mi incaricò di fargli tutti gli acquisti di cui aveva bisogno.
Rimandi
1,13 mi fece prendere in simpatia Gn 39,4; 41,39-40; Dn 2,48.
CEI 2008 1,14Venni così nella Media, dove, finché egli visse, conclusi affari per conto suo. Fu allora che a Rage di Media, presso Gabaèl, fratello di Gabri, depositai in sacchetti la somma di dieci talenti d'argento.
Interconfessionale TbDurante il suo regno io ero solito andare nella regione della Media, e là fare compere per conto del re. Così, in quella regione, depositai presso Gabaèl, il fratello di Gabri, trecentoquaranta chili d’argento contenuti in tanti sacchetti.
Rimandi
1,14 Gabaèl 4,1.20; 5,6; 9,2; 10,2.
Note al Testo
1,14 regione della Media: è situata a est dell’Assiria, a sud del Mar Caspio.
CEI 2008 Quando Salmanàssar morì, gli successe il figlio Sennàcherib. Allora le strade della Media divennero impraticabili e non potei più tornarvi.
1,15 gli successe il figlio Sennàcherib: in realtà, l’immediato successore di Salmanàssar fu Sargon (721-705).
Interconfessionale TbAlla morte del re Salmanàssar, salì sul trono suo figlio Sennàcherib. Allora l’Assiria perse il controllo delle strade che portano in Media, e perciò non potei più andarci.
Note al Testo
1,15 Sennàcherib: storicamente a Salmanàssar V (726-722 a.C.) successero Sargon II (721-705 a.C.) e poi Sennàcherib (704-681 a.C.).
CEI 2008 1,16Al tempo di Salmanàssar facevo spesso l'elemosina a quelli della mia gente;
Interconfessionale Tb1,16Ai tempi di Salmanàssar, io avevo fatto del bene ai miei connazionali.
CEI 2008 1,17davo il pane agli affamati, gli abiti agli ignudi e, se vedevo qualcuno dei miei connazionali morto e gettato dietro le mura di Ninive, io lo seppellivo.
Interconfessionale TbDavo il mio pane a chi aveva fame, e i miei mantelli a chi non aveva da vestirsi. Se vedevo il cadavere di qualcuno dei nostri gettato dietro le mura di Ninive, accorrevo a sotterrarlo.
Rimandi
1,17 mio pane e miei mantelli 4,16; Is 58,7; Ez 18,7; Gb 31,16-20; Mt 25,35-36.
Note al Testo
1,17 La mancanza di sepoltura era considerata una maledizione (vedi 2 Re 9,37; Geremia 8,2; 14,16; 22,18-19).
CEI 2008 Seppellii anche quelli che aveva ucciso Sennàcherib, quando tornò fuggendo dalla Giudea, al tempo del castigo mandato dal re del cielo sui bestemmiatori. Nella sua collera egli uccise molti Israeliti; io sottraevo i loro corpi per la sepoltura e Sennàcherib invano li cercava.
1,18 al tempo del castigo: allusione a 2Re 19,35-37.
Interconfessionale TbUn giorno, il re Sennàcherib fu sconfitto in Giudea, perché il re del cielo lo aveva punito per tutte le bestemmie che aveva detto. Furente d’ira, tornò in patria e fece uccidere molti Israeliti. Io andai a prendere i loro cadaveri e li seppellii. Sennàcherib li fece cercare, ma invano.
Note al Testo
1,18 Sennàcherib… in Giudea: vedi 2 Re 19,35-36.
CEI 2008 1,19Ma un cittadino di Ninive andò a informare il re che io li seppellivo di nascosto. Quando seppi che il re conosceva il fatto e che mi si cercava per essere messo a morte, colto da paura mi diedi alla fuga.
Interconfessionale Tb1,19Però una persona di Ninive andò dal re e lo informò che ero stato io a seppellirli.
Io mi ero nascosto, ma quando seppi che mi avevano denunziato al re ed ero ricercato per essere condannato a morte, ebbi paura. Allora fuggii.
CEI 2008 1,20I miei beni furono confiscati e passarono tutti al tesoro del re. Mi restò solo la moglie, Anna, con il figlio Tobia.
Interconfessionale Tb1,20Tutti i miei beni mi furono confiscati e passarono nelle casse del re. Mi erano rimasti soltanto la moglie Anna e il figlio Tobia.
CEI 2008 Neanche quaranta giorni dopo, il re fu ucciso da due suoi figli, i quali poi fuggirono sui monti dell'Araràt. Gli successe allora il figlio Assarhàddon. Egli diede ad Achikàr, figlio di mio fratello Anaèl, l'incarico della contabilità del regno: egli ebbe così la direzione generale degli affari.
1,21 Achikàr: figura di politico saggio, giunto alla carica di ministro dei re assiri, protagonista di un antico romanzo orientale molto noto. Qui l’autore vuole idealmente ricollegarsi a questo personaggio, caratteristico della tradizione sapienziale internazionale, facendolo figurare come nipote di Tobi. Vedi ancora 14,10.
Interconfessionale TbDopo una quarantina di giorni, il re fu ucciso da due dei suoi figli, che poi fuggirono sui monti Araràt. Al posto di Sennàcherib salì al trono suo figlio Assarhàddon. Egli affidò la responsabilità di tutte le finanze del regno ad Achikàr, il figlio di mio fratello Anaèl. Tutta l’amministrazione passò sotto il suo controllo.
Rimandi
1,21 Achikàr 2,10; 11,19; 14,10.
Note al Testo
1,21 Araràt: vedi 2 Re 19,37 e nota.
CEI 2008 1,22Allora Achikàr prese a cuore la mia causa e potei così ritornare a Ninive. Al tempo di Sennàcherib, re degli Assiri, Achikàr era stato gran coppiere, ministro della giustizia, amministratore e sovrintendente della contabilità e Assarhàddon l'aveva mantenuto in carica. Egli era mio nipote e uno della mia parentela.


Interconfessionale Tb1,22Achikàr intercedette per me, e così io potei tornare a Ninive. In realtà Achikàr era già stato gran coppiere, guardasigilli e capo dell’amministrazione delle finanze sotto Sennàcherib, re dell’Assiria, e Assarhàddon lo aveva soltanto riconfermato nelle sue funzioni.
Come ho detto, Achikàr faceva parte della mia parentela, dato che era mio nipote.