CEI 2008 - Nuovo Testamento - Lettere Paoline - 2 Corinzi - 5
2 Corinzi
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Interconfessionale
CEI 2008
5
Sappiamo infatti che, quando sarà distrutta la nostra dimora terrena, che è come una tenda, riceveremo da Dio un'abitazione, una dimora non costruita da mani d'uomo, eterna, nei cieli.
5,1-10
Una casa non fatta da mani d’uomo
L’abitazione, una dimora non costruita da mani d’uomo è il corpo vivificato dallo Spirito per la risurrezione finale (1Cor 15,44-45). Quelli che saranno ancora vivi al tempo della venuta gloriosa di Cristo indosseranno, sopra il corpo fisico trasformato, il corpo spirituale celeste. Quelli che saranno già morti indosseranno il corpo spirituale come un vestito nuovo (vedi 1Cor 15,51.53-54; 1Ts 4,16-17).
L’abitazione, una dimora non costruita da mani d’uomo è il corpo vivificato dallo Spirito per la risurrezione finale (1Cor 15,44-45). Quelli che saranno ancora vivi al tempo della venuta gloriosa di Cristo indosseranno, sopra il corpo fisico trasformato, il corpo spirituale celeste. Quelli che saranno già morti indosseranno il corpo spirituale come un vestito nuovo (vedi 1Cor 15,51.53-54; 1Ts 4,16-17).
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5,4In realtà quanti siamo in questa tenda sospiriamo come sotto un peso, perché non vogliamo essere spogliati ma rivestiti, affinché ciò che è mortale venga assorbito dalla vita.
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2Cor5,4Mentre viviamo in questa tenda terrena, gemiamo oppressi da un peso. Infatti non vogliamo essere privati della tenda terrena, ma ricevere anche quella celeste. Così, quel che è destinato alla morte sarà assorbito dalla vita.
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5,6Dunque, sempre pieni di fiducia e sapendo che siamo in esilio lontano dal Signore finché abitiamo nel corpo -
Interconfessionale
2Cor5,6Coraggio dunque! È certo che finché viviamo in questa vita terrena siamo lontani da casa, lontani dal Signore:
CEI 2008
siamo pieni di fiducia e preferiamo andare in esilio dal corpo e abitare presso il Signore.
5,8
La morte è un esilio dal corpo, ma è anche, allo stesso tempo, il compimento della comunione con Dio (Fil 1,23).
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2CorPerò abbiamo fiducia, e preferiamo lasciare questa vita pur di essere vicini al Signore.
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5,9Perciò, sia abitando nel corpo sia andando in esilio, ci sforziamo di essere a lui graditi.
Interconfessionale
2Cor5,9Soprattutto desideriamo fare quel che piace al Signore, sia che continuiamo la nostra vita terrena, sia che dobbiamo lasciarla.
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5,10Tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, per ricevere ciascuno la ricompensa delle opere compiute quando era nel corpo, sia in bene che in male.
Interconfessionale
2CorPerché, tutti noi, dovremo presentarci davanti al tribunale di *Cristo per essere *giudicati da lui. Allora ciascuno riceverà quel che gli è dovuto, secondo il bene o il male che avrà fatto nella sua vita.
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Consapevoli dunque del timore del Signore, noi cerchiamo di convincere gli uomini. A Dio invece siamo ben noti; e spero di esserlo anche per le vostre coscienze.
Interconfessionale
2Cor5,11Sappiamo dunque che cosa significa avere timore di Dio e ci sforziamo di convincere gli uomini. Dio ci conosce perfettamente, e spero che anche voi ci conosciate nelle vostre coscienze.
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5,12Non ci raccomandiamo di nuovo a voi, ma vi diamo occasione di vantarvi a nostro riguardo, affinché possiate rispondere a coloro il cui vanto è esteriore, e non nel cuore.
Interconfessionale
2Cor5,13Perché, se ci comportiamo da pazzi, lo facciamo per Dio; se ci comportiamo da persone sagge, lo facciamo per voi.
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5,14L'amore del Cristo infatti ci possiede; e noi sappiamo bene che uno è morto per tutti, dunque tutti sono morti.
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5,15Ed egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risorto per loro.
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Cosicché non guardiamo più nessuno alla maniera umana; se anche abbiamo conosciuto Cristo alla maniera umana, ora non lo conosciamo più così.
Interconfessionale
2Cor5,16Perciò, d’ora in avanti non possiamo più considerare nessuno con i criteri di questo mondo. E se talvolta abbiamo considerato così Cristo, da un punto di vista puramente umano, ora non lo valutiamo più in questo modo.
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Tanto che, se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove.
5,17
L’espressione paolina nuova creatura indica il cambiamento radicale inaugurato dalla risurrezione di Gesù Cristo (Gal 6,15).
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5,18Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione.
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Era Dio infatti che riconciliava a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione.
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2Cor5,19Così Dio ha riconciliato il mondo con sé per mezzo di Cristo: perdona agli uomini i loro peccati e ha affidato a noi l’annunzio della riconciliazione.
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5,20In nome di Cristo, dunque, siamo ambasciatori: per mezzo nostro è Dio stesso che esorta. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio.
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Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare giustizia di Dio.
5,21
lo fece peccato: lo rese cioè carico del nostro peccato, in quanto Gesù divenne solidale con la condizione umana di peccato e morì in croce come i peccatori (Gal 3,13). Sullo sfondo è la figura del Servo del quarto canto di Isaia, solidale con i peccatori e fedele al Signore (Is 53,5-12).
Interconfessionale
2CorCristo non ha mai commesso peccato, ma Dio lo ha caricato del nostro peccato per riabilitarci dinanzi a sé per mezzo di lui.