CEI 2008 - Antico Testamento - Libri Storici - Neemia - 2
Neemia
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Interconfessionale
CEI 2008
2
Nel mese di Nisan dell'anno ventesimo del re Artaserse, appena il vino fu pronto davanti al re, io presi il vino e glielo diedi. Non ero mai stato triste davanti a lui.
2,1
Nisan: è il primo mese e corrisponde a marzo-aprile. Per Artaserse vedi nota a Esd 4,7.
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NeUn giorno del mese di Nisan nel ventesimo anno del regno di Artaserse, durante un banchetto, venne il momento di servirgli il vino. Mentre glielo versavo, il re si accorse che il mio volto non era sereno come al solito.
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2,2Ma il re mi disse: "Perché hai l'aspetto triste? Eppure non sei malato; non può essere altro che un'afflizione del cuore". Allora io ebbi grande timore
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Ne2,2— Perché sei triste? — mi domandò. — Non sembri malato; che cosa ti preoccupa?
Con molto timore
Con molto timore
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2,3e dissi al re: "Viva il re per sempre! Come potrebbe il mio aspetto non essere triste, quando la città dove sono i sepolcri dei miei padri è in rovina e le sue porte sono consumate dal fuoco?".
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Nerisposi al re:
— Maestà, possa tu avere lunga vita! Come potrei non essere triste mentre la città dove sono sepolti i miei antenati è in rovina e le sue porte incendiate?
— Maestà, possa tu avere lunga vita! Come potrei non essere triste mentre la città dove sono sepolti i miei antenati è in rovina e le sue porte incendiate?
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Ne2,4E il re:
— Hai qualche richiesta da farmi?
Dentro di me rivolsi una preghiera al Dio del cielo.
— Hai qualche richiesta da farmi?
Dentro di me rivolsi una preghiera al Dio del cielo.
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2,5e poi risposi al re: "Se piace al re e se il tuo servo ha trovato grazia ai tuoi occhi, mandami in Giudea, nella città dove sono i sepolcri dei miei padri, perché io possa ricostruirla".
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Ne2,5Poi risposi:
— Maestà, se ti pare giusto, se vuoi mostrarmi la tua bontà, mandami in Giudea per ricostruire la città dove sono sepolti i miei padri.
— Maestà, se ti pare giusto, se vuoi mostrarmi la tua bontà, mandami in Giudea per ricostruire la città dove sono sepolti i miei padri.
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2,6Il re, che aveva la regina seduta al suo fianco, mi disse: "Quanto durerà il tuo viaggio? Quando ritornerai?". Dunque la cosa non spiaceva al re, che mi lasciava andare, e io gli indicai la data.
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Ne2,6Il re, che aveva la regina seduta al suo fianco, aggiunse:
— Quanto tempo starai lontano? quando sarai di ritorno?
Il re era dunque d’accordo che io partissi e io gli indicai una data.
— Quanto tempo starai lontano? quando sarai di ritorno?
Il re era dunque d’accordo che io partissi e io gli indicai una data.
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2,7Poi dissi al re: "Se piace al re, mi si diano le lettere per i governatori dell'Oltrefiume, perché mi lascino passare fino ad arrivare in Giudea,
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NeAggiunsi anche una richiesta:
— Maestà, se non hai niente in contrario, dammi i lasciapassare per i governatori della regione occidentale, perché mi permettano di arrivare in Giudea.
— Maestà, se non hai niente in contrario, dammi i lasciapassare per i governatori della regione occidentale, perché mi permettano di arrivare in Giudea.
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2,8e una lettera per Asaf, guardiano del parco del re, perché mi dia il legname per munire di travi le porte della cittadella del tempio, per le mura della città e la casa dove andrò ad abitare". Il re mi diede le lettere, perché la mano benefica del mio Dio era su di me.
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NeMi servirebbe anche una lettera per Asaf, l’amministratore delle foreste reali. Mi dovrà fornire il legname per le porte della fortezza presso il tempio, per le porte delle mura della città e per farmi una casa.
Il re mi concesse ogni cosa, perché la mano di Dio mi proteggeva.
Il re mi concesse ogni cosa, perché la mano di Dio mi proteggeva.
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Giunsi presso i governatori dell'Oltrefiume e diedi loro le lettere del re. Il re aveva mandato con me una scorta di capi dell'esercito e di cavalieri.
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Ma lo vennero a sapere Sanballàt, il Coronita, e Tobia, lo schiavo ammonita, e furono molto contrariati per il fatto che fosse venuto un uomo a procurare il bene degli Israeliti.
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NeMa Sanballàt il ∆Coronita, e Tobia, un funzionario ammonita, furono molto contrariati perché arrivava qualcuno disposto a occuparsi del bene degli Israeliti.
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2,12Poi mi alzai di notte, io e pochi uomini che erano con me, senza parlare a nessuno di quello che Dio mi aveva messo in cuore di fare per Gerusalemme e non avendo altro giumento oltre quello che io cavalcavo.
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Ne2,12Non feci sapere a nessuno il progetto che il Signore mi aveva suggerito per la città. Mi alzai di notte con alcuni dei miei uomini. Salii sul mio asino e, senza altre cavalcature,
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2,13Uscii di notte per la porta della Valle e andai verso la fonte del Drago e alla porta del Letame, osservando le mura di Gerusalemme, che erano diroccate, mentre le sue porte erano consumate dal fuoco.
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Nein piena notte uscii dalla porta della Valle. Mi diressi verso la ∆fonte del Drago e la ∆porta del Letame. Esaminai quel tratto di mura c’erano solo rovine e le porte erano distrutte dal fuoco.
Note al Testo
2,13
La porta della Valle: era a ovest della città. — La porta del Letame: era a sud davanti al luogo dove si gettavano i rifiuti; non sappiamo dove fosse la fonte del Drago, che non è più nominata al c. 3.
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2,14Mi spinsi verso la porta della Fonte e la piscina del Re, ma non vi era posto per cui potesse passare il giumento che cavalcavo.
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2,15Allora risalii di notte lungo il torrente, sempre osservando le mura; poi, rientrato per la porta della Valle, me ne ritornai.
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NeAllora, sempre di notte, risalii la valle del torrente Cedron e di lì esaminai le mura. Poi tornai indietro e rientrai in città per la porta della Valle.
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2,16I magistrati non sapevano né dove io fossi andato né che cosa facessi. Fino a quel momento non avevo detto nulla, né ai Giudei né ai sacerdoti né ai notabili né ai magistrati né agli altri che si dovevano occupare del lavoro.
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Ne2,16Nessuna delle autorità del posto sapeva dove ero andato o che cosa avevo fatto. Non avevo detto nulla neppure agli Israeliti. Sacerdoti, capi, funzionari e futuri responsabili dei lavori erano ancora all’oscuro di tutto.
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2,17Allora io dissi loro: "Voi vedete la miseria nella quale ci troviamo, poiché Gerusalemme è in rovina e le sue porte sono consumate dal fuoco. Venite, ricostruiamo le mura di Gerusalemme e non saremo più insultati!".
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Ne2,17Un giorno parlai loro così: «Vedete tutti in che miseria ci troviamo: la città è in rovina e le sue porte sono distrutte dal fuoco. Ricostruiamo le mura e liberiamoci da questa situazione umiliante!».
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2,18Narrai loro della mano del mio Dio, che era benefica su di me, e riferii anche le parole che il re mi aveva riferite. Quelli dissero: "Su, costruiamo!". E misero mano vigorosamente alla buona impresa.
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2,19Ma quando Sanballàt, il Coronita, e Tobia, lo schiavo ammonita, e Ghesem, l'Arabo, seppero la cosa, ci schernirono e ci derisero dicendo: "Che state facendo? Volete forse ribellarvi al re?".
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2,20Allora io risposi loro: "Il Dio del cielo ci darà successo. Noi, suoi servi, ci metteremo a costruire. Ma voi non avrete né parte né diritto né ricordo in Gerusalemme".
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NeIo gli mandai a dire: «Voi non avete niente a che fare con Gerusalemme: nessun diritto, nessuna proprietà, nessun ricordo. Noi ci mettiamo a ricostruire perché siamo sicuri che il Dio del cielo ci aiuterà fino alla fine. Siamo i suoi servi».