Ebrei
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Interconfessionale
CEI 2008
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Per questo bisogna che ci dedichiamo con maggiore impegno alle cose che abbiamo ascoltato, per non andare fuori rotta.
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Eb2,1Proprio per questo dobbiamo fare attenzione, con maggiore impegno, alle cose che abbiamo ascoltato: per non finire fuori della strada giusta.
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Se, infatti, la parola trasmessa per mezzo degli angeli si è dimostrata salda, e ogni trasgressione e disobbedienza ha ricevuto giusta punizione,
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2,3come potremo noi scampare se avremo trascurato una salvezza così grande? Essa cominciò a essere annunciata dal Signore, e fu confermata a noi da coloro che l'avevano ascoltata,
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Eb2,3Perciò come potremo sfuggire al castigo noi, se trascuriamo una salvezza così grande? Prima essa è stata annunziata dal Signore. Poi l’hanno ripetuta e confermata per noi quelli che l’avevano udita dal Signore.
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2,4mentre Dio ne dava testimonianza con segni e prodigi e miracoli d'ogni genere e doni dello Spirito Santo, distribuiti secondo la sua volontà.
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EbE intanto Dio garantiva il loro messaggio con segni, prodigi e *miracoli d’ogni genere, e con i doni dello *Spirito Santo che egli distribuiva come voleva.
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Non certo a degli angeli Dio ha sottomesso il mondo futuro, del quale parliamo.
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Eb2,5Infatti, non è agli angeli che Dio ha sottomesso quel mondo futuro di cui parliamo.
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Anzi, in un passo della Scrittura qualcuno ha dichiarato:
Che cos'è l'uomo perché di lui ti ricordi
o il figlio dell'uomo perché te ne curi?
Che cos'è l'uomo perché di lui ti ricordi
o il figlio dell'uomo perché te ne curi?
2,6-8
Il testo di Sal 8,5-7, sul ruolo dell’uomo nella creazione, è riferito a Gesù Cristo morto e risorto. Esso viene citato secondo la versione greca dei LXX, che qui traduce l’ebraico elohim con angeloi (angeli).
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EbAnzi, in una pagina della Bibbia qualcuno ha dichiarato:
Che cos’è l’uomo, o Dio, perché tu ti ricordi di lui?
che cosa è un essere umano, perché ti curi di lui?
Che cos’è l’uomo, o Dio, perché tu ti ricordi di lui?
che cosa è un essere umano, perché ti curi di lui?
Rimandi
2,6-8
Sal 8,5-7. — Cristo ha potere su tutte le cose 1 Cor 15,27; Ef 1,22; Fil 3,21.
Note al Testo
2,6
che cos’è l’uomo…: in 2,6-8 l’autore riporta il Salmo 8,5-7 come si legge nell’antica traduzione greca.
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Eb2,7L’hai fatto di poco inferiore agli angeli,
l’hai coronato di gloria e di onore,
l’hai coronato di gloria e di onore,
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2,8 e hai messo ogni cosa sotto i suoi piedi.
Avendo sottomesso a lui tutte le cose, nulla ha lasciato che non gli fosse sottomesso. Al momento presente però non vediamo ancora che ogni cosa sia a lui sottomessa.
Avendo sottomesso a lui tutte le cose, nulla ha lasciato che non gli fosse sottomesso. Al momento presente però non vediamo ancora che ogni cosa sia a lui sottomessa.
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Eb2,8gli hai dato potere su tutte le cose.
E se Dio gli ha dato potere su tutte le cose, vuol dire che non ha lasciato nulla che non sia a lui sottomesso.
Fino a questo momento, tuttavia, non vediamo ancora che tutte le cose siano sotto il potere dell’uomo.
E se Dio gli ha dato potere su tutte le cose, vuol dire che non ha lasciato nulla che non sia a lui sottomesso.
Fino a questo momento, tuttavia, non vediamo ancora che tutte le cose siano sotto il potere dell’uomo.
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2,9Tuttavia quel Gesù, che fu fatto di poco inferiore agli angeli, lo vediamo coronato di gloria e di onore a causa della morte che ha sofferto, perché per la grazia di Dio egli provasse la morte a vantaggio di tutti.
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EbMa guardiamo a Gesù: egli per poco tempo fu fatto inferiore agli angeli; ora invece lo vediamo coronato di gloria e di onore a causa della morte che ha sofferto. Così, per grazia di Dio, la sua morte è stata un vantaggio per tutti.
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Conveniva infatti che Dio - per il quale e mediante il quale esistono tutte le cose, lui che conduce molti figli alla gloria - rendesse perfetto per mezzo delle sofferenze il capo che guida alla salvezza.
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EbDio, che crea e conserva in vita tutte le cose, voleva portare molti figli a partecipare della sua gloria. Quindi era giusto che egli, mediante la sofferenza, rendesse perfetto Gesù, il capo che li guida verso la salvezza.
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2,11Infatti, colui che santifica e coloro che sono santificati provengono tutti da una stessa origine; per questo non si vergogna di chiamarli fratelli,
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dicendo:
Annuncerò il tuo nome ai miei fratelli,
in mezzo all'assemblea canterò le tue lodi;
Annuncerò il tuo nome ai miei fratelli,
in mezzo all'assemblea canterò le tue lodi;
2,12-13
Le espressioni di Sal 22,23 e di Is 8,17.18 sono applicate a Gesù che condivide la condizione degli uomini suoi fratelli.
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2,13e ancora:
Io metterò la mia fiducia in lui;
e inoltre:
Eccomi, io e i figli che Dio mi ha dato.
Io metterò la mia fiducia in lui;
e inoltre:
Eccomi, io e i figli che Dio mi ha dato.
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EbE poi:
In Dio metterò la mia fiducia.
E ancora:
Eccomi, io e i figli che Dio mi ha dato.
In Dio metterò la mia fiducia.
E ancora:
Eccomi, io e i figli che Dio mi ha dato.
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Poiché dunque i figli hanno in comune il sangue e la carne, anche Cristo allo stesso modo ne è divenuto partecipe, per ridurre all'impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo,
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EbQuesti «figli» sono uomini, fatti di carne e di sangue. Per questo anche Gesù è diventato come loro, ha partecipato alla loro natura umana. Così, mediante la propria morte, ha potuto distruggere il *demonio, che ha il potere della morte;
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2,15e liberare così quelli che, per timore della morte, erano soggetti a schiavitù per tutta la vita.
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Eb2,15e ha potuto liberare quelli che vivevano sempre come schiavi, per paura della morte.
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2,16Egli infatti non si prende cura degli angeli, ma della stirpe di Abramo si prende cura.
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Eb2,16Certamente non è degli angeli che Gesù si prende cura. Piuttosto egli si prende cura dei discendenti di Abramo.
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2,17Perciò doveva rendersi in tutto simile ai fratelli, per diventare un sommo sacerdote misericordioso e degno di fede nelle cose che riguardano Dio, allo scopo di espiare i peccati del popolo.
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EbPer questo, doveva diventare del tutto simile ai suoi fratelli, ed essere per loro un *sommo sacerdote misericordioso, fedele ai suoi impegni verso Dio, per liberare il popolo dai peccati.
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2,18Infatti, proprio per essere stato messo alla prova e avere sofferto personalmente, egli è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova.
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Eb2,18Infatti egli può venire in aiuto di quelli che sono nella tentazione, perché anche lui ha provato la tentazione e ha sofferto personalmente.