Interconfessionale - Antico Testamento - Legge - Genesi - 46
Genesi 46
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NT greco
Giacobbe va in Egitto con i figli
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Giacobbe si mise in viaggio con tutto quel che possedeva. Giunto a Bersabea offrì sacrifici al Dio di suo padre Isacco.
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E Dio gli disse:
— Io sono Dio, il Dio di tuo padre. Non avere paura di andare in Egitto, perché io voglio che là i tuoi discendenti diventino un grande popolo.
— Io sono Dio, il Dio di tuo padre. Non avere paura di andare in Egitto, perché io voglio che là i tuoi discendenti diventino un grande popolo.
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Io ti accompagnerò in Egitto e un giorno ti farò anche ritornare. E sarà Giuseppe che ti chiuderà gli occhi quando sarai morto.
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Portarono con sé anche il bestiame e tutti i beni che avevano accumulato nella terra di Canaan. Fu così che Giacobbe venne in Egitto con tutta la sua famiglia: i figli e le figlie, i nipoti e le nipoti.
La famiglia di Giacobbe
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Giuda e i suoi figli: Er, Onan, Sela, Peres e Zerach. Ma Er e Onan morirono nella terra di Canaan. (I figli di Peres furono: Chesron e Camul.)
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Questi sono i discendenti di Giacobbe e di Zilpa, la schiava che Labano aveva dato a sua figlia Lia. Sono sedici persone.
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In Egitto, da Giuseppe e da sua moglie Asenat, figlia di Potifera, sacerdote di Eliòpoli, nacquero Èfraim e Manasse.
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Questi sono i discendenti di Giacobbe e di Bila, la schiava che Labano aveva dato a sua figlia Rachele. In tutto sette persone.
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Sono quindi settanta le persone che formavano la famiglia di Giacobbe quando andò in Egitto. I figli di Giuseppe, nati in Egitto, sono due.
Note al Testo
46,27
settanta: al v. 26 si trova un totale diverso di 66 persone, forse perché vengono esclusi Er e Onan, morti in Canaan (v. 12) e Manasse ed Èfraim, nati in Egitto (v. 20). L’antica traduzione greca dà invece a questo punto la cifra di 75, perché al v. 20 aggiunge il nome di cinque discendenti di Manasse ed Èfraim. Il numero 70 si ritrova in Esodo 1,5 e Deuteronomio 10,22, mentre in Atti 7,14 si legge 75.
La famiglia di Giacobbe in Egitto
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Giuseppe fece preparare il suo carro e si recò incontro a suo padre Giacobbe. Quando gli fu dinanzi gli gettò le braccia al collo, lo abbracciò e pianse a lungo.
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Allora Giacobbe disse a Giuseppe: «Ora posso anche morire, perché ti ho riveduto e so che sei vivo».
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voi risponderete: Noi, tuoi servitori, siamo sempre stati pastori fin dalla giovinezza, come i nostri padri, e lo siamo tuttora. Così avrete il permesso di abitare a parte, nella regione di Gosen. Gli Egiziani infatti non vogliono avere nulla a che fare con i pastori».