Interconfessionale - Antico Testamento - Profeti - Primo libro dei Re - 8
Primo libro dei Re 8
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NT greco
Trasporto dell’arca nel tempio
(vedi 2 Cronache 5,2-6,2)
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Allora il re Salomone convocò a Gerusalemme tutte le autorità d’Israele, i capi delle famiglie degli Israeliti. Si doveva infatti trasportare l’arca dell’alleanza del Signore dalla Città di Davide, chiamata anche Sion, al tempio.
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Tutti gli Israeliti si riunirono in presenza del re per la festa che si celebra nel settimo mese, il mese di Etanìm.
Note al Testo
8,2
festa: si tratta probabilmente della “festa delle Capanne” (vedi Levitico 23,34-43).
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Poi i sacerdoti introdussero l’arca dell’alleanza del Signore nel santuario del tempio, nel luogo santissimo, e la collocarono sotto le ali dei cherubini.
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L’arca conteneva solo le due tavole di pietra che Mosè vi aveva messo al monte Oreb. Erano le tavole dell’alleanza fatta dal Signore con il popolo d’Israele quando esso uscì dall’Egitto.
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Dopo che i sacerdoti furono usciti dal luogo santo, la nube riempì il tempio.
Rimandi
8,10
la nube Es 40,34+.
Note al Testo
8,10
La nube segnala la presenza, al tempo stesso vicina e nascosta, del Signore nel tempio.
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Allora Salomone esclamò: «Tu, o Signore, avevi deciso di abitare nell’oscurità della nube.
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Ora ho costruito per te un tempio maestoso, un bel luogo dove potrai abitare per sempre».
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“Io ho fatto uscire il mio popolo dall’Egitto, ma da allora non ho scelto nessuna città d’Israele per costruire un tempio dove manifestare la mia presenza. Ora ho scelto te, Davide, come capo d’Israele, il mio popolo!”.
Rimandi
8,16
ho scelto te, Davide 1 Sam 16.
Note al Testo
8,16
La città d’Israele è Gerusalemme. Essa apparteneva ai Gebusei, prima che Davide se ne impadronisse e ne facesse la capitale del suo regno (vedi 2 Samuele 5,6-9).
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ma il Signore gli disse: “Hai fatto bene a pensare di costruire un tempio in mio onore.
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pregò così:
«Signore, Dio d’Israele; non c’è nessun altro dio come te né lassù in cielo, né quaggiù in terra! Tu mantieni l’alleanza fatta con i tuoi servi e li tratti con amore quando vivono sinceramente come tu vuoi.
«Signore, Dio d’Israele; non c’è nessun altro dio come te né lassù in cielo, né quaggiù in terra! Tu mantieni l’alleanza fatta con i tuoi servi e li tratti con amore quando vivono sinceramente come tu vuoi.
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Ora, Signore, Dio d’Israele, mantieni anche quest’altra promessa. Hai detto a mio padre Davide: “Se i tuoi discendenti mi saranno sempre fedeli nella loro vita, come hai fatto tu, uno di loro sarà sempre a capo d’Israele”.
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Ti prego, Dio d’Israele, fa’ che si avveri tutto quel che hai promesso a mio padre Davide.
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«O Dio, com’è possibile che tu abiti sulla terra? In realtà né i cieli, né l’universo intero ti possono contenere; tanto meno questo tempio che ho costruito!
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Custodisci giorno e notte questo tempio, questa casa dove hai scelto di manifestare la tua presenza. Ascoltami quando ti pregherò rivolto verso questo luogo.
Rimandi
8,29
questa casa dove tu hai scelto di manifestare la tua potenza Dt 12,5.11; cfr. Ez 48,35; Ap 21,22.
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Quando un uomo fa del male a un altro, se entrambi vengono nel tuo tempio, qui al tuo altare, a giurare che sono innocenti,
Rimandi
8,31
giuramento Lv 5,1+.
Note al Testo
8,31
giurare che sono innocenti: si tratta di una forma di «giudizio di Dio». I due litiganti pronunziavano delle maledizioni davanti a Dio: l’uno contro chi gli aveva fatto del male, l’altro contro se stesso, per dimostrare la sua innocenza. Salomone chiede qui a Dio di intervenire e di fare lui da arbitro.
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tu, o Signore, ascolta dal cielo. Perdona il peccato d’Israele, tuo popolo, e fallo tornare nella terra che hai dato ai suoi padri.
Note al Testo
8,34
terra che hai dato ai suoi padri: la preghiera di Salomone ricorda (vedi pure vv. 36,40.48) il compimento della promessa della terra fatta da Dio ad Abramo, Isacco e Giacobbe (vedi nota a Genesi 12,2; Giosuè 1,2; 5,6; Giudici 2,1).
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«Quando gli Israeliti saranno colpiti dalla siccità per aver peccato contro di te, se essi ti pregheranno rivolti verso questo luogo e ti invocheranno, se capiranno che tu li hai umiliati e si pentiranno dei loro peccati,
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«Quando nella nostra terra ci saranno carestie o epidemie, quando i raccolti verranno distrutti da malattie o da invasioni di insetti, quando il nemico assedierà le città o capiteranno disgrazie,
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8,38-39se essi capiscono veramente che tu li hai castigati e ti pregano con le braccia tese verso questo luogo, o Signore, ascolta dal cielo. Ascolta tutte le preghiere e le invocazioni di ogni persona del tuo popolo. Dal cielo, dal luogo dove tu abiti, perdona, intervieni, tratta ognuno secondo il suo comportamento, tu che conosci anche le sue intenzioni. Tu solo, infatti, conosci a fondo il cuore dell’uomo.
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«Quando uno straniero, uno che non appartiene al tuo popolo, verrà da una terra lontana a pregarti in questo luogo perché avrà sentito parlare della tua gloria e delle grandi cose che hai fatto, tu, o Signore,
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«Quando gli uomini del tuo popolo si troveranno a combattere là dove tu li avrai mandati, se ti pregheranno rivolti alla città che hai scelto per te e a questo tempio che ho fatto costruire in tuo onore,
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«Quando gli Israeliti peccheranno contro di te, — chi non ha mai peccato? — e tu reagirai duramente e li farai cadere nelle mani dei loro nemici e questi li deporteranno in una terra ostile, lontana o vicina,
Note al Testo
8,46
li deporteranno: si allude alla minaccia dell’esilio che pesa sul popolo quando è infedele al suo Dio (vedi Levitico 26,33-34; Deuteronomio 28,63-64; 30,1-2); in 2 Re 17,20 e 24,20 si parlerà del suo compimento.
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Essi sono il tuo popolo, ti appartengono, tu stesso li hai fatti uscire dall’Egitto, da quella spaventosa oppressione.
Rimandi
Note al Testo
8,51
da quella spaventosa oppressione: è il senso dell’espressione ebraica: dalla fornace per fondere il ferro; a quell’epoca non si conosceva alcun posto in cui la temperatura fosse più alta che in una fornace per ferro. L’immagine richiama le durissime condizioni della schiavitù d’Egitto.
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Infatti tu li hai scelti fra tutti i popoli. Come hai detto per bocca di Mosè, tuo servo, quando hai fatto uscire i nostri padri dall’Egitto, essi appartengono solo a te, Signore, nostro Dio!».
Salomone invoca la benedizione del Signore
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«Ti benediciamo, o Signore! Come avevi promesso, tu hai dato pace e tranquillità a Israele, tuo popolo. Neppure una delle grandi promesse che avevi fatto per mezzo di Mosè, tuo servitore, è andata a vuoto.
Rimandi
8,56
hai dato pace e tranquillità Dt 12,10; Gs 21,44. — promesse compiute Gs 21,45; 23,14; 1 Sam 3,19; 2 Re 10,10; Is 55,10-11.
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Salomone offrì al Signore, come sacrificio di comunione, ventiduemila buoi e centoventimila pecore. In questo modo Salomone e gli Israeliti consacrarono il tempio al Signore.
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8,64Lo stesso giorno Salomone consacrò come luogo per i sacrifici anche la parte centrale del cortile che sta davanti al tempio del Signore. Qui offrì sacrifici completi, offerte vegetali e il grasso degli animali da mangiarsi nel banchetto sacro. Infatti l’altare di bronzo che si trovava davanti al Signore era troppo piccolo per tutti questi sacrifici.
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In quella circostanza Salomone celebrò anche la festa delle Capanne. Si radunò attorno a lui moltissima gente, venuta da ogni parte, dal passo di Camat, a nord, fino al torrente d’Egitto, a sud. Rimasero alla presenza del Signore sette giorni, e poi ancora altri sette, in tutto quattordici giorni.
Note al Testo
8,65
L’espressione: dal passo di Camat fino al torrente d’Egitto è simile all’altra: da Dan fino a Bersabea (vedi Giudici 20,1; 1 Samuele 3,20; 2 Samuele 3,10, ecc.) e a quest’altra: dal deserto fino al fiume Eufrate (vedi Esodo 23,31; Deuteronomio 11,24). La terza espressione dà il limite massimo (vedi 1Re 5,1), la seconda il minimo, la prima l’intermedio. Il passo di Camat infatti si trova probabilmente più a nord di Dan (vedi Numeri 13,21 e nota).
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Alla fine Salomone sciolse l’assemblea. Il popolo ∆invocò la benedizione di Dio su Salomone. La gente ∆tornò alle proprie case lieta e contenta per tutto il bene che Dio aveva fatto al suo servitore Davide e a Israele, suo popolo.
Note al Testo
8,66
alla fine: il testo ebraico ha: l’ottavo giorno, ma l’espressione contrasta con quella del versetto precedente. — invocò la benedizione di Dio: formula di saluto e di congedo. — tornò alle proprie case: è questo il senso dell’immagine ebraica: tornarono alle loro tende. L’espressione è un ricordo di quando gli Israeliti erano nomadi.