Il libro racconta una storia familiare in cui si intrecciano le vicende del vecchio, piissimo e provatissimo Tobi, del suo giovane figlio Tobia e della giovane Sara. Essi vivono in esilio - i primi due in Assiria e l’altra in Persia - e, grazie all’intervento dell’angelo Raffaele, riescono a risolvere i loro vari problemi. Tobi riacquista la vista e recupera una somma di denaro; Tobia sposa Sara, che aveva visto morire sette mariti uccisi dal demonio Asmodeo.
Ispirato ai modelli biblici patriarcali - Abramo e Sara, Isacco e Rebecca, Giacobbe e Rachele - il libro, letterariamente assai pregevole, è una storia popolare con intendimenti di edificazione spirituale. E’ ricco, in particolare, di insegnamenti religiosi sulla divina provvidenza, gli angeli, i demoni, la preghiera e di norme morali, che costituiscono una specie di codice delle virtù familiari.
Si ignora chi ne sia stato l’autore, che usò la lingua ebraica o aramaica. Del testo originale perduto sono stati trovati recentemente dei frammenti ci è giunto in due principali recensioni greche e la data di edizione può oscillare tra il V e il III sec. a.C.