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Nova Vulgata - Vetus Testamentum - Sapientiae - 10

Sapientiae

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CEI 2008

Nova Vulgata 10 10,1Haec illum, qui primus formatus est, pater orbis terrarum,
cum solus esset creatus, custodivit
et eduxit illum a delicto suo
CEI 2008 Sap Ella protesse il padre del mondo, plasmato per primo,
che era stato creato solo,
lo sollevò dalla sua caduta
10,1 LA SAPIENZA NELLA STORIA D’ISRAELE (10,1-19,22)
-19,22 La lunga sezione racchiusa nei cc. 10-19 è una riflessione sulla storia d’Israele, compresa come storia di salvezza. Essa è concentrata soprattutto sui fatti dell’esodo, letti alla luce dei grandi interventi di Dio, fonte della salvezza (cc. 11-19; il c. 10, invece, contiene la riflessione sulla storia delle origini e dei patriarchi fino a Mosè). Gli studiosi chiamano questa sezione “racconto midrashico”, ispirato cioè al genere letterario del midrash (termine ebraico che significa “ricerca”, “adattamento”), mediante il quale i maestri del giudaismo commentavano e adattavano con una certa libertà i testi biblici.
 La sapienza nella storia delle origini
 Alla sapienza, che l’autore in 9,2-3 aveva presentato come protagonista nella creazione, viene attribuita la liberazione di Adamo, chiamato padre del mondo (v. 1), dal peccato. A lui, immagine del giusto, viene contrapposto Caino, figura dell’empio che non segue l’insegnamento della sapienza. Il suo fratricidio è visto come causa del diluvio, il castigo che Dio inflisse agli empi e dal quale fu preservato il solo Noè con la famiglia (Gen 6-9). I nomi dei personaggi biblici (facilmente individuabili) sono taciuti, perché in essi l’autore vede il prototipo dei giusti di ogni epoca, con particolare riferimento alla situazione degli Ebrei che vivono in Alessandria d’Egitto, in mezzo ai pagani.
Nova Vulgata
10,2et dedit illi virtutem continendi omnia.
CEI 2008 Sap10,2e gli diede la forza per dominare tutte le cose.
Nova Vulgata
10,3Ab hac ut recessit iniustus in ira sua,
in furoribus fraternae caedis deperiit;
CEI 2008 Sap10,3Ma un ingiusto, allontanatosi da lei nella sua collera,
si rovinò con il suo furore fratricida.
Nova Vulgata
10,4propter quem, cum demergeretur terra,
sanavit eam iterum sapientia
per contemptibile lignum iustum gubernans.
CEI 2008 Sap10,4La sapienza salvò di nuovo la terra sommersa per propria colpa,
pilotando il giusto su un semplice legno.
Nova Vulgata
10,5Haec et in consensu nequitiae, cum se nationes confudissent,
scivit iustum et conservavit sine querela Deo,
et super filii viscera fortem custodivit.
CEI 2008 SapQuando i popoli furono confusi, unanimi nella loro malvagità,
ella riconobbe il giusto,
lo conservò davanti a Dio senza macchia
e lo mantenne forte nonostante la sua tenerezza per il figlio.
10,5-9  Abramo e Lot
 Anche le vicende dei patriarchi (Gen 12-50) sono poste sotto l’azione salvifica della sapienza. Abramo emerge come figura del giusto dall’insipienza del progetto orgoglioso degli abitanti di Sinar (allusione all’episodio della torre di Babele: Gen 11,1-9), mentre Lot viene preservato dal castigo con cui il Signore punisce gli abitanti corrotti delle città di Sòdoma e Gomorra e di tutta la loro regione (le cinque città, v. 6: Gen 18-19).
Nova Vulgata
10,6Haec iustum a pereuntibus impiis liberavit fugientem,
descendente igne in Pentapolim;
CEI 2008 Sap10,6Mentre perivano gli empi, ella liberò un giusto
che fuggiva il fuoco caduto sulle cinque città.
Nova Vulgata
10,7cuius adhuc in testimonium nequitiae
fumigabunda constat deserta terra
et incertis temporibus fructus habentes arbores
et incredibilis animae memoria stans figmentum salis.
CEI 2008 SapA testimonianza di quella malvagità
esiste ancora una terra desolata, fumante,
alberi che producono frutti immaturi
e, a memoria di un'anima incredula, s'innalza una colonna di sale.
10,7  terra desolata, fumante: la regione del Mar Morto, zona desertica e con abbondante evaporazione delle acque di questo lago. L’anima incredula è la moglie di Lot, trasformata in statua di sale (Gen 19,26).
Nova Vulgata
10,8Sapientiam enim praetereuntes
non tantum in hoc lapsi sunt, ut ignorarent bona,
sed et insipientiae suae reliquerunt hominibus memoriam,
ut in his, quae peccaverunt, nec latere potuissent.
CEI 2008 Sap10,8Essi infatti, incuranti della sapienza,
non solo subirono il danno di non conoscere il bene,
ma lasciarono anche ai viventi un ricordo di insipienza,
perché nelle cose in cui sbagliarono
non potessero rimanere nascosti.
Nova Vulgata
10,9Sapientia autem hos, qui eam observant, a laboribus liberavit.
CEI 2008 Sap10,9La sapienza invece liberò dalle sofferenze
coloro che la servivano.
Nova Vulgata
10,10Haec profugum irae fratris iustum
deduxit per vias rectas
et ostendit illi regnum Dei
et dedit illi scientiam sanctorum;
honestavit illum in laboribus
et complevit labores illius.
CEI 2008 SapPer diritti sentieri ella guidò il giusto
in fuga dall'ira del fratello,
gli mostrò il regno di Dio
e gli diede la conoscenza delle cose sante;
lo fece prosperare nelle fatiche
e rese fecondo il suo lavoro.
10,10-12  Giacobbe
 Giacobbe sperimenta la guida della sapienza tra le drammatiche vicende che caratterizzano la sua esistenza (fuga dal fratello Esaù, visione di Dio a Betel, contrasti e fatiche presso lo zio Làbano, protezione dai nemici: Gen 27-32). Anche l’autore del libro della Sapienza, come Os 12,5, interpreta la lotta notturna di Giacobbe con il misterioso personaggio (Gen 32,23-33) come immagine profonda della preghiera, che tutto può: perché sapesse che più potente di tutto è la pietà (v. 12).
Nova Vulgata
10,11In avaritia circumvenientium illum affuit illi
et honestum fecit illum.
CEI 2008 Sap10,11Lo assistette contro l'ingordigia dei suoi oppressori
e lo rese ricco;
Nova Vulgata
10,12Custodivit illum ab inimicis
et ab insidiantibus tutavit illum;
et post certamen forte bravium dedit illi,
ut sciret quoniam omnium potentior est pietas.
CEI 2008 Sap10,12lo custodì dai nemici,
lo protesse da chi lo insidiava,
gli assegnò la vittoria in una lotta dura,
perché sapesse che più potente di tutto è la pietà.
Nova Vulgata
10,13Haec venditum iustum non dereliquit,
sed a peccato liberavit eum;
CEI 2008 SapElla non abbandonò il giusto venduto,
ma lo liberò dal peccato.
10,13-14  Giuseppe
 Chiamato il giusto venduto, Giuseppe è collocato nella luce della sapienza, che è capace di trasformare in bene anche ciò che è negativo, facendo trionfare la giustizia sulla prevaricazione, la verità sulla menzogna, l’innocenza sull’accusa falsa. In brevissime battute, l’autore sintetizza quanto è detto in Gen 37; 39-41.
Nova Vulgata
10,14descenditque cum illo in foveam
et in vinculis non dereliquit illum,
donec afferret illi sceptrum regni
et potentiam adversus eos, qui eum deprimebant,
et mendaces ostendit, qui maculaverunt illum,
et dedit illi claritatem aeternam.
CEI 2008 Sap10,14Scese con lui nella prigione,
non lo abbandonò mentre era in catene,
finché gli procurò uno scettro regale
e l'autorità su coloro che dominavano sopra di lui;
mostrò che i suoi accusatori erano bugiardi
e gli diede una gloria eterna.
Nova Vulgata
10,15Haec populum sanctum et semen sine querela
liberavit a nationibus, quae illum deprimebant.
CEI 2008 SapElla liberò il popolo santo e la stirpe senza macchia
da una nazione di oppressori.
10,15-21 La sapienza e la liberazione d’Israele
Nova Vulgata
10,16Intravit in animam servi Domini
et stetit contra reges horrendos in portentis et signis.
CEI 2008 Sap10,16Entrò nell'anima di un servo del Signore
e con prodigi e segni tenne testa a re terribili.
Nova Vulgata
10,17Reddidit sanctis mercedem laborum suorum
et deduxit illos in via mirabili
et fuit illis in velamento diei
et in luce stellarum per noctem.
CEI 2008 Sap10,17Diede ai santi la ricompensa delle loro pene,
li guidò per una strada meravigliosa,
divenne per loro riparo di giorno
e luce di stelle nella notte.
Nova Vulgata
10,18Transtulit illos per mare Rubrum
et transvexit illos per aquam nimiam;
CEI 2008 Sap10,18Fece loro attraversare il Mar Rosso
e li guidò attraverso acque abbondanti;
Nova Vulgata
10,19inimicos autem illorum demersit
et ab altitudine abyssi eduxit illos.
CEI 2008 Sap10,19sommerse invece i loro nemici
e li rigettò dal fondo dell'abisso.
Nova Vulgata
10,20Ideo iusti tulerunt spolia impiorum
et decantaverunt, Domine, nomen sanctum tuum
et victricem manum tuam laudaverunt unanimiter,
CEI 2008 SapPer questo i giusti depredarono gli empi
e celebrarono, o Signore, il tuo nome che è santo,
e lodarono concordi la tua mano che combatteva per loro,
10,20 e celebrarono, o Signore, il tuo nome che è santo: la meditazione sulle vicende dell’esodo si svolge come una grande preghiera di lode a Dio, fino al termine del libro.
Nova Vulgata
10,21quoniam sapientia aperuit os mutorum
et linguas infantium fecit disertas.
CEI 2008 Sap10,21perché la sapienza aveva aperto la bocca dei muti
e aveva reso chiara la lingua dei bambini.