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Nova Vulgata - Vetus Testamentum - Genesis - 2

Genesis

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Interconfessionale

Nova Vulgata 2 2,1Igitur perfecti sunt caeli et terra et omnis exercitus eorum.
Interconfessionale Gn2,1Così Dio completò
il cielo e la terra
e ciò che vi si trova:
tutto era in ordine.
Nova Vulgata 2,2Complevitque Deus die septimo opus suum, quod fecerat, et requievit die septimo ab universo opere, quod patrarat.
Interconfessionale GnIl settimo giorno,
terminata la sua opera,
Dio si riposò.
Il settimo giorno
aveva finito il suo lavoro.
Rimandi
2,2 settimo giorno Es 20,8-11; 13,12; Eb 4,4.10.
Nova Vulgata 2,3Et benedixit Deus diei septimo et sanctificavit illum, quia in ipso requieverat ab omni opere suo, quod creavit Deus, ut faceret.
Interconfessionale GnDio benedisse il settimo giorno
e lo riservò per sé.
Quel giorno si riposò dal suo lavoro:
tutto era creato.
Note al Testo
2,3 lo riservò per sé: altri: lo consacrò. Le due espressioni si equivalgono: “sacro” è ciò che appartiene a Dio in modo particolare, e Dio rivendica qui come suo il settimo giorno della creazione. — si riposò dal suo lavoro: al verbo ebraico “riposarsi” o “terminare di compiere un lavoro” si ricollega il nome sabato (vedi Esodo 20,8-11).
Nova Vulgata
2,4Istae sunt generationes caeli et terrae, quando creata sunt.
    In die quo fecit Dominus Deus terram et caelum ―­
Interconfessionale GnQuesto è il racconto
delle origini del cielo e della terra
quando Dio li creò.
Creazione dell’uomo

Quando Dio, il Signore, fece il cielo e la terra,
Rimandi
2,4 Dio fece il cielo e la terra 1,1+.
Nova Vulgata 2,5omne virgultum agri, antequam oriretur in terra, omnisque herba regionis, priusquam germinaret; non enim pluerat Dominus Deus super terram, et homo non erat, qui operaretur humum,
Interconfessionale Gn2,5sulla terra non c’era ancora nemmeno un cespuglio e nei campi non germogliava l’erba. Dio, il Signore, non aveva ancora mandato la pioggia e non c’era l’uomo per lavorare la terra.
Nova Vulgata 2,6sed fons ascendebat e terra irrigans universam superficiem terrae ­―
Interconfessionale GnVi era solamente vapore che saliva dalla terra e ne inumidiva tutta la superficie.
Note al Testo
2,6 vapore: il termine ebraico può essere inteso anche come “sorgente”, “flusso d’acqua”.
Nova Vulgata 2,7tunc formavit Dominus Deus hominem pulverem de humo et inspiravit in nares eius spiraculum vitae, et factus est homo in animam viventem.

Interconfessionale GnAllora Dio, il Signore, prese dalla terra un po’ di polvere e, con quella, plasmò l’uomo. Gli soffiò nelle narici un alito vitale e l’uomo diventò una creatura vivente.
Rimandi
2,7 l’uomo riceve l’alito vitale Sal 104,29-30; Gb 33,4; 34,14-15; Qo 3,20; 12,7; 1 Cor 15,45-49.
Nova Vulgata
2,8Et plantavit Dominus Deus paradisum in Eden ad orientem, in quo posuit hominem, quem formaverat.
Interconfessionale GnPoi Dio, il Signore, piantò un giardino a oriente, nella regione di Eden e vi mise l’uomo che egli aveva plasmato.
Rimandi Note al Testo
2,8 Eden: la parola ebraica è simile a un’altra parola che significa gioia. Di qui l’idea che il giardino di Eden fosse un paradiso pieno di delizie.
Nova Vulgata 2,9Produxitque Dominus Deus de humo omne lignum pulchrum visu et ad vescendum suave, lignum etiam vitae in medio paradisi lignumque scientiae boni et mali.
Interconfessionale GnFece spuntare dal suolo alberi di ogni specie: erano belli a vedersi e i loro frutti squisiti. Nel mezzo del giardino piantò due alberi: uno per dare la vita e l’altro per infondere la conoscenza di tutto.
Rimandi
2,9 albero della vita Prv 3,18; Ap 2,7; 22,2.14. — conoscenza di tutto (bene e male) Gn 3,5.22; Dt 1,39; 2 Sam 14,17; 1 Re 3,9; Is 7,15-16.
Note al Testo
2,9 uno per dare la vita e l’altro per infondere la conoscenza di tutto: altri: l’albero della vita… e l’albero della conoscenza del bene e del male.
Nova Vulgata
2,10Et fluvius egrediebatur ex Eden ad irrigandum paradisum, qui inde dividitur in quattuor capita. 
Interconfessionale Gn2,10Nell’Eden scorreva un fiume che irrigava il giardino e poi si divideva in quattro corsi.
Nova Vulgata 2,11Nomen uni Phison: ipse est, qui circuit omnem terram Hevila, ubi est aurum;

Interconfessionale GnIl primo corso si chiamava Pison e circondava tutta la regione di Avìla dove vi è oro,
Note al Testo
2,11 Pison: nome di un fiume per noi sconosciuto. — Avìla: questo nome significa terra della sabbia (o: della polvere). Potrebbe trattarsi di una regione dell’Arabia del nord (vedi 10,29). Sappiamo che lungo la costa dell’Arabia anticamente si trovavano sabbie aurifere che davano oro allo stato puro. Ma (vedi 25,18) potrebbe anche trattarsi di una regione vicino all’Egitto a sud della Palestina.
Nova Vulgata 2,12et aurum terrae illius optimum est; ibi invenitur bdellium et lapis onychinus.
Interconfessionale Gn2,12e quell’oro è buono. Là ci sono anche resina e pietra onice.
Nova Vulgata 2,13Et nomen fluvio secundo Geon: ipse est, qui circuit omnem terram Aethiopiae.
Interconfessionale GnIl secondo si chiama Ghicon e scorre intorno a tutta l’Etiopia.
Note al Testo
2,13 Ghicon: nome di una sorgente per noi sconosciuta. Non pare sia la stessa fonte che si trova a sud della città di Gerusalemme, dove fu unto re Salomone (vedi 1 Re 1,33.38.45) e le cui acque furono deviate dal re Ezechia (vedi 2 Cronache 32,30). — Etiopia: nel testo ebraico si legge Cus. La parola indica generalmente la Nubia o l’Etiopia.
Nova Vulgata 2,14Nomen vero fluminis tertii Tigris: ipse vadit ad orientem Assyriae. Fluvius autem quartus ipse est Euphrates.
Interconfessionale GnIl terzo si chiama Tigri e corre a oriente di Assur. Il quarto Eufrate.
Note al Testo
2,14 Tigri, Eufrate: sono i due grandi fiumi tra i quali si estende la Mesopotamia. La regione settentrionale della Mesopotamia si chiamava Assur o Assiria.
Nova Vulgata
2,15Tulit ergo Dominus Deus hominem et posuit eum in paradiso Eden, ut operaretur et custodiret illum;
Interconfessionale Gn2,15Dio, il Signore, prese l’uomo e lo mise nel giardino di Eden per coltivare la terra e custodirla.
Nova Vulgata 2,16praecepitque Dominus Deus homini dicens: «Ex omni ligno paradisi comede;
Interconfessionale Gn2,16E gli ordinò: «Puoi mangiare il frutto di qualsiasi albero del giardino,
Nova Vulgata 2,17de ligno autem scientiae boni et mali ne comedas; in quocumque enim die comederis ex eo, morte morieris».
Interconfessionale Gnma non quello dell’albero che infonde la conoscenza di tutto. Se ne mangerai sarai destinato a morire!».
Rimandi
2,17 sarai destinato a morire Rm 6,23; cfr. Sap 1,12-15.
Nova Vulgata
2,18Dixit quoque Dominus Deus: «Non est bonum esse hominem solum; faciam ei adiutorium simile sui».
Interconfessionale GnPoi Dio, il Signore, disse: «Non è bene che l’uomo sia solo. Gli farò un aiuto, adatto a lui».
Rimandi
2,18 un aiuto Prv 18,22; Sir 36,29.
Nova Vulgata 2,19Formatis igitur Dominus Deus de humo cunctis animantibus agri et universis volatilibus caeli, adduxit ea ad Adam, ut videret quid vocaret ea; omne enim, quod vocavit Adam animae viventis, ipsum est nomen eius.
Interconfessionale Gn2,19Con un po’ di polvere della terra Dio, il Signore, fece tutti gli animali della campagna e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all’uomo per vedere come li avrebbe chiamati. Ognuno di questi animali avrebbe avuto il nome datogli dall’uomo.
Nova Vulgata Appellavitque Adam nominibus suis cuncta pecora et universa volatilia caeli et omnes bestias agri; Adae vero non inveniebatur adiutor similis eius.
20 Adae vero - Lege welā’ādām; TM ûle’ādām
Interconfessionale Gn2,20L’uomo diede dunque un nome a tutti gli animali domestici, a quelli selvatici e agli uccelli. Ma nessuno di essi era un aiuto adatto all’uomo.
Nova Vulgata 2,21Immisit ergo Dominus Deus soporem in Adam. Cumque obdormisset, tulit unam de costis eius et replevit carnem pro ea;
Interconfessionale GnAllora Dio, il Signore, fece scendere un sonno profondo sull’uomo, che si addormentò; poi gli tolse una costola e richiuse la carne al suo posto.
Rimandi
2,21 sonno profondo 15,12; 1 Sam 26,12; Is 29,10; Gb 4,13; 33,15.
Nova Vulgata 2,22et aedificavit Dominus Deus costam, quam tulerat de Adam, in mulierem et adduxit eam ad Adam.
Interconfessionale GnCon quella costola Dio, il Signore, formò la donna e la condusse all’uomo.
Rimandi
2,22 la donna creata per l’uomo 1 Cor 11,8-9.
Note al Testo
2,22 uomo: con questo termine, nei capitoli 1-3, si traduce una parola ebraica che da 4,1 in poi sarà anche tradotta con Adamo. La parola Adamo deriva dall’ebraico adamà (terra). Originariamente non è nome di persona, ma un sostantivo comune, singolare collettivo, che significa “umanità”.
Nova Vulgata 2,23Dixitque Adam:

«Haec nunc os ex ossibus meis
et caro de carne mea!
Haec vocabitur Virago,
quoniam de viro sumpta est haec».
Interconfessionale GnAllora egli esclamò:
«Questa sì!
È osso delle mie ossa,
carne della mia carne.
Si chiamerà: Donna
perché è stata tratta dall’uomo».
Rimandi
2,23 mie ossa… mia carne 29,14; Gdc 9,2; 2 Sam 5,1; 19,13-14; cfr. Gn 37,27.
Note al Testo
2,23 osso delle mie ossa, carne della mia carne: altrove questa espressione indica parentela stretta e consanguineità (vedi 29,14; Giudici 9,2; 2 Samuele 5,1; 19,13-14; vedi Genesi 37,27). — Donna: qui i termini ebraici per uomo e donna hanno un suono molto simile e suggeriscono l’uguaglianza dei due. Impossibile riprodurre in italiano quel gioco di parole che c’è nel testo ebraico: bisognerebbe dire uomo-uoma (l’antica versione latina detta Volgata usa i due termini vir e virago, anche se il secondo non deriva dal primo).
Nova Vulgata
2,24Quam ob rem relinquet vir patrem suum et matrem et adhaerebit uxori suae; et erunt in carnem unam.
Interconfessionale GnPerciò l’uomo lascerà suo padre e sua madre, si unirà alla sua donna e i due saranno una cosa sola.
Rimandi
2,24 una cosa sola Ml 2,14-15; Mt 19,5+. — l’uomo e la donna Prv 5,15-20; 31,10-31; Qo 9,9.
Nova Vulgata 2,25Erant autem uterque nudi, Adam scilicet et uxor eius, et non erubescebant.
Interconfessionale Gn2,25L’uomo e la sua donna, tutti e due, erano nudi, ma non avevano vergogna.