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Nova Vulgata - Vetus Testamentum - Ecclesiastes - 4

Ecclesiastes

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CEI 2008

Nova Vulgata 4 4,1Verti me ad alia et vidi calumnias, quae sub sole geruntur, et ecce lacrimae oppressorum, et nemo consolator; et ex parte opprimentium violentia, et nemo consolator.
CEI 2008 QoTornai poi a considerare tutte le oppressioni che si fanno sotto il sole. Ecco le lacrime degli oppressi e non c'è chi li consoli; dalla parte dei loro oppressori sta la violenza, ma non c'è chi li consoli.
4,1-3 L’oppressione
Nova Vulgata 4,2Et laudavi magis mortuos, qui iam defuncti sunt, quam viventes, qui adhuc vitam agunt,
CEI 2008 Qo4,2Allora ho proclamato felici i morti, ormai trapassati, più dei viventi che sono ancora in vita;
Nova Vulgata 4,3et feliciorem utroque iudicavi, qui necdum natus est nec vidit opera mala, quae sub sole fiunt.
CEI 2008 Qo4,3ma più felice degli uni e degli altri chi ancora non esiste, e non ha visto le azioni malvagie che si fanno sotto il sole.
Nova Vulgata
4,4Rursum contemplatus sum omnes labores et omnem successum operis, et hoc esse zelum in proximum suum. Et in hoc ergo vanitas et afflictio spiritus.
CEI 2008 QoHo osservato anche che ogni fatica e ogni successo ottenuto non sono che invidia dell'uno verso l'altro. Anche questo è vanità, un correre dietro al vento.
4,4-6 La fatica del lavoro
Nova Vulgata
4,5Stultus complicat manus suas

et comedit carnes suas.
CEI 2008 QoLo stolto incrocia le sue braccia
e divora la sua carne.
4,5 divora la sua carne: cioè si consuma nell’ozio, sciupa la propria esistenza.
Nova Vulgata
4,6Melior est pugillus cum requie

quam plena utraque manus cum labore et afflictione spiritus.
CEI 2008 Qo4,6Meglio una manciata guadagnata con calma
che due manciate con tormento e una corsa dietro al vento.
Nova Vulgata
4,7Iterum repperi et aliam vanitatem sub sole:
CEI 2008 QoE tornai a considerare quest'altra vanità sotto il sole:
4,7-12 La solitudine
Nova Vulgata 4,8unus est et secundum non habet, non filium, non fratrem, et tamen laborare non cessat, nec satiantur oculi eius divitiis, nec recogitat dicens: «Cui laboro et fraudo animam meam bonis?». In hoc quoque vanitas est et occupatio pessima.
CEI 2008 Qo4,8il caso di chi è solo e non ha nessuno, né figlio né fratello. Eppure non smette mai di faticare, né il suo occhio è mai sazio di ricchezza: "Per chi mi affatico e mi privo dei beni?". Anche questo è vanità e un'occupazione gravosa.
Nova Vulgata 4,9Melius est duos esse simul quam unum: habent enim emolumentum in labore suo,
CEI 2008 Qo4,9Meglio essere in due che uno solo, perché otterranno migliore compenso per la loro fatica.
Nova Vulgata 4,10quia si unus ceciderit, ab altero fulcietur. Vae soli! Cum ceciderit, non habet sublevantem se.
CEI 2008 Qo4,10Infatti, se cadono, l'uno rialza l'altro. Guai invece a chi è solo: se cade, non ha nessuno che lo rialzi.
Nova Vulgata 4,11Insuper, si dormierint duo, fovebuntur mutuo; unus quomodo calefiet?
CEI 2008 Qo4,11Inoltre, se si dorme in due, si sta caldi; ma uno solo come fa a riscaldarsi?
Nova Vulgata 4,12Et, si quispiam praevaluerit contra unum, duo resistent ei. Et fu niculus triplex non cito rumpitur.
CEI 2008 Qo4,12Se uno è aggredito, in due possono resistere: una corda a tre capi non si rompe tanto presto.
Nova Vulgata
4,13Melior est puer pauper et sapiens

rege sene et stulto,

qui iam nescit erudiri.
CEI 2008 QoMeglio un giovane povero ma accorto,
che un re vecchio e stolto,
che non sa più accettare consigli.
4,13-16  Il potere
 La sapienza tradizionale vedeva nel re e nell’anziano i simboli della saggezza; l’esperienza invece dimostra a volte il contrario.
Nova Vulgata
4,14Ille enim de domo carceris exivit, ut regnaret, etiamsi in regno istius natus sit pauper.
CEI 2008 Qo4,14Il giovane infatti può uscire di prigione ed essere fatto re, anche se, mentre quello regnava, era nato povero.
Nova Vulgata 4,15Vidi cunctos viventes, qui ambulant sub sole, cum adulescente illo secundo, qui consurgebat pro eo.
CEI 2008 Qo4,15Ho visto tutti i viventi che si muovono sotto il sole stare con quel giovane, che era subentrato al re.
Nova Vulgata 4,16Infinitus numerus erat populi, omnium, quos ipse praecedebat; sed qui postea futuri sunt, non laetabuntur in eo. Et hoc vanitas et afflictio spiritus.
CEI 2008 Qo4,16Era una folla immensa quella che gli stava davanti. Ma coloro che verranno dopo non si rallegreranno neppure di lui. Anche questo è vanità, un correre dietro al vento.
Nova Vulgata
4,17Custodi pedem tuum ingrediens domum Dei, nam accedere, ut audias, melius est quam cum stulti offerunt victimas: multo enim melior est oboedientia quam stultorum victimae, qui nesciunt se malum facere.
CEI 2008 QoBada ai tuoi passi quando ti rechi alla casa di Dio. Avvicìnati per ascoltare piuttosto che offrire sacrifici, come fanno gli stolti, i quali non sanno di fare del male.


4,17-5,6 - Fedeltà alle promesse fatte a Dio