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Nova Vulgata - Novum Testamentum - Ad Romanos Epistula Sancti Pauli Apostoli - 7

Ad Romanos Epistula Sancti Pauli Apostoli

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CEI 2008

Nova Vulgata 7 7,1An ignoratis, fratres — scientibus enim legem loquor — quia lex in homine dominatur, quanto tempore vivit?
CEI 2008 Rm O forse ignorate, fratelli - parlo a gente che conosce la legge - che la legge ha potere sull'uomo solo per il tempo in cui egli vive?
7,1-6 Liberati dalla Legge
Nova Vulgata Nam quae sub viro est mulier, viventi viro alligata est lege; si autem mortuus fuerit vir, soluta est a lege viri.
2 vivente viro alligata est legi
CEI 2008 RmLa donna sposata, infatti, per legge è legata al marito finché egli vive; ma se il marito muore, è liberata dalla legge che la lega al marito.
7,2-3 L’immagine del matrimonio richiama il rapporto di alleanza, all’interno del quale si colloca la Legge.
Nova Vulgata Igitur vivente viro vocabitur adultera, si fuerit alterius viri; si autem mortuus fuerit vir, libera est a lege, ut non sit adultera, si fuerit alterius viri.
3 si fuerit cum alio viro | vir eius liberata est a lege | si fuerit cum alio viro
CEI 2008 Rm7,3Ella sarà dunque considerata adultera se passa a un altro uomo mentre il marito vive; ma se il marito muore ella è libera dalla legge, tanto che non è più adultera se passa a un altro uomo.
Nova Vulgata Itaque, fratres mei, et vos mortificati estis legi per corpus Christi, ut sitis alterius, eius qui ex mortuis suscitatus est, ut fructificaremus Deo.
4 ut sitis alterius qui ex mortuis resurrexit
CEI 2008 RmAlla stessa maniera, fratelli miei, anche voi, mediante il corpo di Cristo, siete stati messi a morte quanto alla Legge per appartenere a un altro, cioè a colui che fu risuscitato dai morti, affinché noi portiamo frutti per Dio.
7,4  mediante il corpo di Cristo: cioè uniti a Gesù crocifisso per mezzo della fede e del battesimo (Gal 2,19).
Nova Vulgata Cum enim essemus in carne, passiones peccatorum, quae per legem sunt, operabantur in membris nostris, ut fructificarent morti;
5 quae per legem erant
CEI 2008 Rm7,5Quando infatti eravamo nella debolezza della carne, le passioni peccaminose, stimolate dalla Legge, si scatenavano nelle nostre membra al fine di portare frutti per la morte.
Nova Vulgata nunc autem soluti sumus a lege, mortui ei, in qua detinebamur, ita ut serviamus in novitate Spiritus et non in vetustate litterae.
6 morientes in quo
CEI 2008 Rm7,6Ora invece, morti a ciò che ci teneva prigionieri, siamo stati liberati dalla Legge per servire secondo lo Spirito, che è nuovo, e non secondo la lettera, che è antiquata.
Nova Vulgata
7,7Quid ergo dicemus? Lex peccatum est? Absit! Sed peccatum non cognovi nisi per legem, nam concupiscentiam nescirem nisi lex diceret: “ Non concupisces ”.
CEI 2008 RmChe diremo dunque? Che la Legge è peccato? No, certamente! Però io non ho conosciuto il peccato se non mediante la Legge. Infatti non avrei conosciuto la concupiscenza, se la Legge non avesse detto: Non desiderare.
7,7-13  La Legge e il peccato
 Paolo presenta la condizione dell’essere umano in una forma drammatizzata, ispirata al racconto del peccato nella Genesi. La legge mosaica, come il comando di Dio ad Adamo, diventa l’occasione per il manifestarsi del peccato, che provoca la condanna alla morte.
 Il peccato si innesta sulla concupiscenza umana, cioè sui desideri cattivi, condannati dalla Legge (vedi anche 3,20; 4,15; 5,20). Citazione di Es 20,17; Dt 5,21.
Nova Vulgata 7,8Occasione autem accepta, peccatum per mandatum operatum est in me omnem concupiscentiam; sine lege enim peccatum mortuum erat.
CEI 2008 Rm7,8Ma, presa l'occasione, il peccato scatenò in me, mediante il comandamento, ogni sorta di desideri. Senza la Legge infatti il peccato è morto.
Nova Vulgata 7,9Ego autem vivebam sine lege aliquando; sed, cum venisset mandatum, peccatum revixit,
CEI 2008 Rm7,9E un tempo io vivevo senza la Legge ma, sopraggiunto il precetto, il peccato ha ripreso vita
Nova Vulgata 7,10ego autem mortuus sum, et inventum est mihi mandatum, quod erat ad vitam, hoc esse ad mortem;
CEI 2008 Rm7,10e io sono morto. Il comandamento, che doveva servire per la vita, è divenuto per me motivo di morte.
Nova Vulgata 7,11nam peccatum, occasione accepta, per mandatum seduxit me et per illud occidit.
CEI 2008 Rm7,11Il peccato infatti, presa l'occasione, mediante il comandamento mi ha sedotto e per mezzo di esso mi ha dato la morte.
Nova Vulgata
7,12Itaque lex quidem sancta, et mandatum sanctum et iustum et bonum.
CEI 2008 Rm7,12Così la Legge è santa, e santo, giusto e buono è il comandamento.
Nova Vulgata 7,13Quod ergo bonum est, mihi factum est mors? Absit! Sed peccatum, ut appareat peccatum, per bonum mihi operatum est mortem; ut fiat supra modum peccans peccatum per mandatum.
CEI 2008 Rm7,13Ciò che è bene allora è diventato morte per me? No davvero! Ma il peccato, per rivelarsi peccato, mi ha dato la morte servendosi di ciò che è bene, perché il peccato risultasse oltre misura peccaminoso per mezzo del comandamento.
Nova Vulgata
7,14Scimus enim quod lex spiritalis est; ego autem carnalis sum, venumdatus sub peccato.
CEI 2008 RmSappiamo infatti che la Legge è spirituale, mentre io sono carnale, venduto come schiavo del peccato.
7,14-25  L’uomo dominato dal peccato
 La Legge è spirituale perché viene da Dio che è Spirito. Essa, come il comandamento, è santa, giusta e buona (7,12).
Nova Vulgata 7,15Quod enim operor, non intellego; non enim, quod volo, hoc ago, sed quod odi, illud facio.
CEI 2008 Rm7,15Non riesco a capire ciò che faccio: infatti io faccio non quello che voglio, ma quello che detesto.
Nova Vulgata 7,16Si autem, quod nolo, illud facio, consentio legi quoniam bona.
CEI 2008 Rm7,16Ora, se faccio quello che non voglio, riconosco che la Legge è buona;
Nova Vulgata 7,17Nunc autem iam non ego operor illud, sed, quod habitat in me, peccatum.
CEI 2008 Rm7,17quindi non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me.
Nova Vulgata Scio enim quia non habitat in me, hoc est in carne mea, bonum; nam velle adiacet mihi, operari autem bonum, non!
18 perficere autem bonum non invenio
CEI 2008 Rm7,18Io so infatti che in me, cioè nella mia carne, non abita il bene: in me c'è il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo;
Nova Vulgata Non enim, quod volo bonum, facio, sed, quod nolo malum, hoc ago.
19 bonum hoc facio
CEI 2008 Rm7,19infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio.
Nova Vulgata Si autem, quod nolo, illud facio, iam non ego operor illud, sed, quod habitat in me, peccatum.
20 facio, non ego operor illud
CEI 2008 Rm7,20Ora, se faccio quello che non voglio, non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me.
Nova Vulgata Invenio igitur hanc legem volenti mihi facere bonum, quoniam mihi malum adiacet.
21 Invenio igitur legem
CEI 2008 Rm7,21Dunque io trovo in me questa legge: quando voglio fare il bene, il male è accanto a me.
Nova Vulgata 7,22Condelector enim legi Dei secundum interiorem hominem;
CEI 2008 Rm7,22Infatti nel mio intimo acconsento alla legge di Dio,
Nova Vulgata 7,23video autem aliam legem in membris meis repugnantem legi mentis meae et captivantem me in lege peccati, quae est in membris meis.
CEI 2008 Rm7,23ma nelle mie membra vedo un'altra legge, che combatte contro la legge della mia ragione e mi rende schiavo della legge del peccato, che è nelle mie membra.
Nova Vulgata
7,24Infelix ego homo! Quis me liberabit de corpore mortis huius?
CEI 2008 Rm7,24Me infelice! Chi mi libererà da questo corpo di morte?
Nova Vulgata Gratias autem Deo per Iesum Christum Dominum nostrum! Igitur ego ipse mente servio legi Dei, carne autem legi peccati.
25 Gratia Dei
CEI 2008 Rm7,25Siano rese grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore! Io dunque, con la mia ragione, servo la legge di Dio, con la mia carne invece la legge del peccato.