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INTRODUZIONE
ALLA LETTERA DI PAOLO
AI CRISTIANI DI FILIPPI

Caratteristiche principali

Il testo manifesta il grande affetto che c’è tra l’apostolo e i cristiani lontani da lui. La familiarità, l’amicizia, il desiderio di un prossimo incontro sono sentimenti che prendono molto spazio. Il tono generale è ottimista: viene richiamato un passato felice; il presente è descritto come fruttuoso nonostante le difficoltà; il futuro rappresenta una prospettiva entusiasmante. Il tutto è giudicato dal punto di vista della fede e del Vangelo. Paolo dà notizie di sé e della propria situazione, ma al tempo stesso esprime due importanti gruppi di idee: 1) la certezza che, in ogni caso, egli può rimanere unito a Cristo, e ciò conta più di ogni altra condizione; 2) l’invito insistente a vivere nella gioia, nel coraggio, nell’unità e nello sforzo di imitare sempre più il Signore.
Evocando la figura di Gesù Cristo, l’apostolo cita un inno forse già noto alle comunità cristiane (2,6-11): Cristo appare come modello di una povertà radicale (perché da Dio si fece uomo) e di una ubbidienza estrema (fino alla morte in croce). Condanna poi chiaramente l’azione di falsi missionari che minacciano la fede, cioè di alcuni giudaizzanti più o meno fanatici. Di fronte a loro egli non teme di elencare i propri titoli di Ebreo genuino e zelante, ma per affermare subito di avere rinunziato a tutti quei privilegi per credere in Cristo.
Nelle informazioni Paolo parla bene e diffusamente dei suoi compagni; nelle esortazioni fa riferimento a persone precise e dà indicazioni generali (per esempio in 4,8, il famoso invito a cogliere tutto ciò che è vero, buono, giusto…). In altri casi l’apostolo si sente orgoglioso di non ricevere nulla da nessuno; qui invece si mostra contento di accettare anche aiuti materiali, ringrazia calorosamente e rinnova sentimenti particolarmente affettuosi.
Primi lettori

Sono i cristiani di Filippi che appartengono alla prima comunità che Paolo ha fondato sul suolo europeo (vedi Atti 16). I loro rapporti sembrano essere stati eccezionalmente cordiali e amichevoli. Più volte essi si sono presi cura di lui mentre si trovava in difficoltà ed egli si è lasciato aiutare. Ora, durante la prigionia, il soccorso gli è venuto da uno di loro, Epafrodito, che si è prodigato con grande generosità. Paolo non si limita a ringraziare: insieme a Timòteo invia notizie, insegna che la fede si può e si deve vivere anche nelle tribolazioni, esorta alla fermezza, propone Cristo come modello, raccomanda più volte la costanza, l’accordo, l’impegno. Il tutto in un contesto di calorosa e sincera amicizia: per questo i saluti e gli auguri sono più insistenti che altrove.
Autore

In questa lettera Paolo parla molto di sé e della sua situazione. Scrive dal carcere (\bk Filippesi\bk 1,7.13.14.17): probabilmente si trova a Efeso, nell’anno 53 d.C. Quasi con stupore dice di avere sperimentato e compreso una realtà che deve essere nuova per lui, e cioè che l’azione non è sempre la maniera più importante e più efficace di essere cristiano; più preziosa invece è l’unione con Cristo. Nessuno e nessuna difficoltà gliela può togliere. Anzi, la stessa morte eventuale non sarebbe una perdita bensì un guadagno… Egli non ha più paura. Perciò è in grado di testimoniare e di diffondere il Vangelo anche in catene. E con lui altri credenti hanno raggiunto questa maturità e questo coraggio: alcuni di questi sembra che appartengano all’ambito della prigione imperiale. Parlando dei suoi avversari, Paolo è come sempre severo e realista, qui però non è esasperato. Prevale infatti un’atmosfera di profonda serenità che tuttavia non è rassegnazione passiva; tanto è vero che nella lettera l’esistenza cristiana è descritta come continua tensione verso un traguardo ancora non raggiunto e come costante attesa del Signore. Al termine, l’apostolo si dilunga nei ringraziamenti per gli aiuti ricevuti.
Schema
— Indirizzo, saluto, ringraziamento 1,1-11 — La situazione di Paolo 1,12-26 — Il coraggio di una vita simile a quella di Cristo 1,27-2,18 — Timòteo ed Epafrodito: due fedeli compagni 2,19-30 — Gli avversari: Paolo si confronta con loro 3,1-11 — Tensione verso il futuro 3,12-21 — Raccomandazioni e ringraziamenti 4,1-20 — Saluti finali 4,21-23