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INTERCONFESSIONALE

Interconfessionale

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Interconfessionale - Antico Testamento - Deuterocanonici - Sapienza - 13

Sapienza 13

Interconfessionale Torna al libro

AT ebraico

Processo all’idolatria
Il culto della natura

Interconfessionale Tutti quelli che non conoscono Dio,
nella loro debolezza si illudono.
Vedono le cose buone
ma non sanno risalire alla loro fonte;
prendono in considerazione le opere,
ma non sanno riconoscere l’artefice che le ha fatte.
Rimandi
13,1 non sanno risalire alla fonte; greco: a colui che è cfr. Es 3,14+.
Interconfessionale 13,2Essi considerano delle divinità messe a capo del mondo
il fuoco, il vento, l’aria veloce,
le costellazioni e l’acqua impetuosa,
il sole e la luna.
Interconfessionale 13,3Ma, se affascinati dalla loro bellezza
arrivano a considerarli degli dèi,
sappiano che il Signore di queste cose è ancora più grande:
colui che le ha fatte è la sorgente stessa della bellezza.
Interconfessionale 13,4Se sono presi da stupore per la loro potenza ed energia,
imparino da loro quanto è più forte chi le ha fatte.
Interconfessionale 13,5Perché, a partire dalle creature grandi e belle,
ci si può fare un’idea del loro autore.

Interconfessionale Ma questi uomini non si devono rimproverare troppo.
Infatti forse si sbagliano
proprio mentre cercano Dio e vogliono trovarlo.
Rimandi
13,6 si sbagliano proprio mentre cercano Dio At 17,16-34.
Interconfessionale 13,7Tutti dediti alle sue opere, essi le indagano
e cedono alla loro bellezza,
perché le cose visibili sono belle.
Interconfessionale 13,8Però non si possono interamente scusare.
Interconfessionale 13,9Se infatti sono riusciti a esplorare
tutti i segreti del mondo,
come mai non sono giunti a scoprire ancor prima il Signore del mondo?
Il falegname si fabbrica il suo Dio

Interconfessionale Sono dei poveri infelici, loro e tutte le loro speranze,
quelli che invocano come divinità le opere fatte da uomini.
Hanno fiducia in cose senza vita:
oro e argento lavorati con arte,
immagini di animali,
pietre senza valore, lavorate da mani esperte.
Rimandi
13,10 le opere fatte da uomini Is 40,18-20; 44,9-20; Ger 10,1-15 ecc.; cfr. Es 20,4+.
Interconfessionale 13,11Prendiamo per esempio il falegname:
taglia un tronco facile da maneggiare.
Pratico del mestiere, toglie la corteccia.
Con la sua abilità lo lavora
e ottiene un oggetto utile per i bisogni di tutti i giorni.
Interconfessionale 13,12Il legno che gli è rimasto
lo mette sul fuoco
per prepararsi il cibo e sfamarsi.
Interconfessionale 13,13Quel che gli avanza ancora e non serve più a nulla
perché è contorto e pieno di nodi,
lo prende e, per occupare il tempo, lo scolpisce.
Con la passione propria dei momenti di svago
riesce a dargli una figura
e ottiene l’immagine di un uomo
Interconfessionale 13,14o di un animale spregevole.
Poi lo cosparge di minio,
ne colora di rosso la superficie,
coprendo con la vernice ogni sua macchia.
Interconfessionale 13,15Poi cerca un posto adatto dove metterlo,
lo pone su una parete e lo fissa con un chiodo;
Interconfessionale 13,16si preoccupa perché non cada.
Sa bene che è un pezzo di legno
incapace di pensare a se stesso:
è solo una statua e ha bisogno di aiuto.
Interconfessionale 13,17Eppure si mette a pregarlo
per gli affari, per le nozze, per i figli;
non si vergogna di parlare a una cosa che non ha vita.
Per la propria salute si rivolge a una cosa debole,
Interconfessionale 13,18per la vita a una cosa morta,
per ricevere un aiuto prega chi è senza mezzi,
per i suoi viaggi chi è incapace di fare un passo.
Interconfessionale 13,19Per guadagnarsi il pane, per il successo e per il lavoro delle sue mani,
chiede aiuto a chi non riesce nemmeno a muovere una mano.