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INTRODUZIONE
AL LIBRO DEL DEUTERONOMIO

Caratteristiche principali

Il libro si presenta come il resoconto di tre discorsi pronunziati da Mosè per ricordare agli Israeliti, che sono sul punto di entrare nella terra promessa, le esigenze dell’alleanza che Dio ha fatto con loro al monte Sinai. A motivo di questa nuova presentazione delle leggi, il libro fu intitolato, nelle antiche traduzioni greca e latina, Deuteronomio, cioè seconda (presentazione della) legge, intendendo in questo senso un termine che il traduttore greco aveva inventato per indicare in 17,18 la copia della legge che il re doveva trascrivere per sé, e in Giosuè 8,32 un esemplare della legge di Mosè.

Il primo discorso (Deuteronomio 1,6-4,43 ) riassume le vicende vissute dagli Israeliti nel deserto, da quando lasciarono il Sinai fino all’arrivo ai confini della terra di Canaan. Si conclude con l’invito a essere fedeli all’alleanza con il Signore.

Il secondo discorso (4,44-28,68) contiene gli insegnamenti dati da Mosè. La fedeltà mostrata da Dio verso il suo popolo, fin dal momento della liberazione dall’Egitto, esige ora fedeltà da parte del popolo e amore «con tutto il cuore» (capitoli 5-11). Questo amore si manifesterà nell’osservanza della legge, che regola ogni situazione della vita quotidiana (12,1-26,15). Il popolo è chiamato a rinnovare senza stancarsi l’impegno di fedeltà e di alleanza verso il Signore, ricevendo in cambio benedizione, oppure maledizione in caso di infedeltà (26,16-28,68).

Il terzo discorso (28,69-30,20) riferisce le ultime disposizioni di Mosè. I capitoli 31-34 descrivono il passaggio dei poteri da Mosè a Giosuè e contengono poi un canto (che ripresenta in forma poetica gli insegnamenti del libro), la benedizione di Mosè alle tribù degli Israeliti e il racconto della sua morte.

Questo libro si distingue dagli altri del Pentateuco per lo stile e per il tono persuasivo dei discorsi, per l’uso frequente del «tu» nel rivolgersi al popolo e per la presenza di espressioni caratteristiche, come a esempio: «entrare nel possesso della terra che il Signore ha promesso», «amare il Signore con tutto il cuore e con tutta l’anima», onorarlo «nel luogo che il Signore avrà scelto», «osservare e mettere in pratica gli ordini, le leggi e le norme…».
Autore e ambiente storico

La parte centrale del Deuteronomio, secondo alcuni studiosi, potrebbe essere derivata da quel libro della legge che fu ritrovato al tempo del re Giosia (vedi 2 Re 22).
Nella sua forma attuale il Deuteronomio, sempre secondo alcuni, sembra essere stato scritto alla luce dell’esperienza dell’esilio. È, infatti, una riflessione sull’intera storia del popolo d’Israele, sulla fedeltà di Dio alle promesse, sul valore dell’alleanza e sulla continua tentazione del popolo di seguire altre divinità, andando incontro in tal modo a tempi di sconfitta e di desolazione che l’autore spiega come castigo di Dio. Tuttavia Dio non permette che il suo popolo, per l’infedeltà dimostrata, sia distrutto, ma gli offre sempre una possibilità di ritorno a lui (vedi Deuteronomio 30,3 ). L’autore del Deuteronomio invita a ripensare sempre gli avvenimenti che sono alla radice della storia del popolo d’Israele e a rispondere al Signore con fedeltà sincera e con amore.
Schema
— Primo discorso di Mosè: quarant’anni nel deserto Dt 1,6-4,43 — Secondo discorso di Mosè: 4,44-28,68 I. invito alla fedeltà 4,44-11,32 II. le leggi del Signore 12,1-26,15 III. l’alleanza, le benedizioni e le maledizioni 26,16-28,68 — Terzo discorso di Mosè: esigenze dell’alleanza 28,69-30,20 — Ultimi giorni di Mosè e scelta del successore Giosuè 31,1-30 — Il canto di Mosè 32,1-43 — Ultime esortazioni e morte di Mosè 32,44-34,12