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Interconfessionale - Antico Testamento - Deuterocanonici - 1 Maccabei - 10

Primo libro dei Maccabei 10

Demetrio vuole allearsi con Giònata

L’anno 160 Alessandro Epifane, figlio di Antioco, si mise in marcia e conquistò la città di Tolemàide. Gli abitanti lo accolsero molto bene ed egli cominciò a regnare.
Note al Testo
10,1 anno 160: nel settembre-ottobre del 152 a.C. (vedi 1,10 e nota). — Alessandro Epifane: chiamato più spesso Alessandro Bala, si spacciava per figlio di Antioco Epifane (vedi 1,10), sfruttando la propria somiglianza con lui. — Tolemàide: vedi nota a 5,15.
Il re Demetrio, appena lo venne a sapere, radunò un grande esercito e si mosse per attaccarlo.
Note al Testo
10,2 Demetrio: Demetrio I (vedi 7,1-4 e nota a 7,1).
In questa circostanza mandò a Giònata una lettera amichevole e piena di elogi.
Note al Testo
10,3 Giònata: vedi 9,28-31.
4Pensava infatti: Occorre che mi affretti a fare la pace con Giònata prima che egli si metta d’accordo con Alessandro contro di noi;
5altrimenti si ricorderà di tutto il male che ho fatto a lui, ai suoi fratelli e al suo popolo.
Inoltre Demetrio permise a Giònata di riorganizzare un esercito e di costruire armi. Lo considerò suo alleato e gli restituì gli ostaggi che si trovavano nella Cittadella a Gerusalemme.
Rimandi
10,6 ostaggi della fortezza della Cittadella v. 9; 9,53.
7Giònata venne a Gerusalemme e lesse quella lettera a tutto il popolo e a quelli che erano nella Cittadella.
8Quando sentirono che il re autorizzava Giònata a organizzare un esercito, tutti si spaventarono.
9Gli uomini che erano nella Cittadella consegnarono a Giònata gli ostaggi ed egli li restituì alle loro famiglie.
10Giònata si stabilì in Gerusalemme e cominciò a ricostruire e rinnovare la città.
11Comandò ai responsabili dei lavori di fare una muraglia di pietre quadrate intorno al monte Sion per fortificarlo. Così fu fatto.
Allora gli stranieri che si trovavano nelle fortezze costruite da Bàcchide fuggirono,
Rimandi
10,12 fortezze costruite da Bàcchide 9,50-52.
13ciascuno abbandonò il suo posto per tornarsene nella propria terra.
Solo alcuni di quelli che avevano tradito i comandamenti della legge rimasero a Bet-Sur, che diventò il loro rifugio.
Note al Testo
10,14 Bet-Sur: vedi nota a 4,29. — rifugio: l’autore forse pensa alle città-rifugio previste dalla Legge per chi ha ucciso involontariamente (vedi Esodo 21,13 e Giosuè 20,1-6).
Giònata diventa sommo sacerdote

15Il re Alessandro venne informato delle promesse che Demetrio aveva fatto a Giònata. Fu informato anche delle guerre e delle imprese di Giònata e dei suoi fratelli e delle grandi fatiche che avevano sopportato.
16Il re esclamò: «Non sarà facile trovare un uomo come questo. Voglio che sia mio amico e alleato».
17Perciò gli mandò una lettera dove diceva:
18«Il re Alessandro augura ogni bene al fratello Giònata.
19Mi hanno riferito che tu sei un uomo valoroso e meriti di diventare mio amico.
Perciò io oggi do a te l’incarico di sommo sacerdote e il titolo di amico del re. Voglio che tu passi dalla mia parte e mi mantenga la tua amicizia». Con la lettera gli mandò la porpora e una corona d’oro.
Note al Testo
10,20 L'incarico di sommo sacerdote: era uno dei diritti riservati al re la nomina dei sommi sacerdoti (vedi 7,5 e nota) e Giònata apparteneva a una famiglia sacerdotale (vedi 1 Maccabei 2,1.54 e note). — una corona d’oro: come quelle che portavano i sacerdoti dei culti ellenistici.
Giònata si mise le insegne sacerdotali nel settimo mese dell’anno 160, nella festa delle Tende. Poi si fece un esercito e iniziò la corsa agli armamenti.
Note al Testo
10,21 settimo mese dell’anno 160: nel mese di ottobre del 152 a.C.
Demetrio fa nuove proposte a Giònata

22Quando Demetrio venne a sapere questi fatti, se ne rattristò e disse:
23«Che cosa ho combinato! Alessandro mi ha preceduto nel fare amicizia con gli Ebrei e si è assicurato il loro appoggio.
24Anch’io scriverò loro parole lusinghiere. Prometterò loro privilegi e doni perché vengano ad aiutarmi».
25E scrisse questa lettera: «Il re Demetrio augura prosperità al popolo ebreo.
26Abbiamo sentito con gioia che avete mantenuto l’alleanza fatta con noi. Siete stati fedeli alla nostra amicizia e non siete passati dalla parte dei nostri nemici.
27Perseverate nella vostra fedeltà verso di noi e in contraccambio vi favoriremo.
28Vi libereremo da molti oneri fiscali e vi ricolmeremo di doni.
Fin d’ora dispenso ed esento tutto il popolo dai tributi, dalla tassa del sale e da quella delle corone.
Note al Testo
10,29 tassa del sale: il sale del Mar Morto o degli acquitrini salati (vedi 11,35) era considerato proprietà del re. — Le corone, come le palme o rami di ulivo in oro (vedi 13,37; 2 Maccabei 14,4), erano originariamente doni occasionali che si facevano al re sotto forma di una corona in foglie d’oro. Più tardi divennero un tributo pagato regolarmente in monete d’oro.
D’ora in poi non esigerò più la terza parte dei raccolti e la metà dei frutti che mi spettano. Io rinunzio a tutto questo da oggi e per sempre e non solo per la Giudea ma anche per i tre distretti che le sono annessi dalla Samaria e dalla Galilea.
Note al Testo
10,30 la terza parte… che mi spettano: si tratta dell’imposta fondiaria, che era calcolata secondo il raccolto. È probabile che Demetrio ristabilisca qui l’antico tributo, meno pesante dell’imposta fondiaria (vedi 11,28 e nota), ma il testo non lo precisa. — Samaria e Galilea: il re riconosce quindi i diritti della Giudea sui territori conquistati da Giuda Maccabeo (vedi 11,34).
«Gerusalemme deve essere una città santa: con tutto il suo territorio deve restare esente dalle decime e dalle tasse.
Note al Testo
10,31 città santa: questo privilegio comprendeva il diritto d’asilo, limitato alla città stessa (vedi v. 43); invece l’esenzione dalle imposte si estende a tutta la Giudea.
Rinunzio anche al potere che ho sulla Cittadella di Gerusalemme e l’affido al sommo sacerdote che la farà difendere da uomini scelti da lui.
Note al Testo
10,32 Cittadella: vedi 1,33 e nota.
33Restituisco la libertà a tutti gli abitanti che dalla Giudea sono stati portati via come schiavi in qualunque parte del mio regno. Lo faccio senza chiedere compenso. Essi saranno esenti dalle tasse, comprese quelle sul bestiame.
Nei giorni di festa, nei sabati, nei noviluni, nei giorni di precetto, nei tre giorni precedenti e successivi a una festa solenne, gli Ebrei che vivono nel mio regno non pagheranno tasse.
Note al Testo
10,34 non pagheranno tasse: il re generalizza l’uso di sospendere l’esazione delle tasse durante i pellegrinaggi e il pagamento del dazio all’ingresso della città.
35In quei giorni nessuno potrà esigere da loro un pagamento o fare causa contro di loro per nessun motivo.
36Per gli eserciti del re saranno reclutati fra gli Ebrei solo trentamila uomini. Essi avranno la stessa paga che spetta alle altre truppe del re.
37Alcuni di loro saranno mandati nelle grandi fortezze del re; ad altri saranno affidati gli affari di fiducia del regno. I loro capi e i loro comandanti saranno scelti tra di loro, in modo che possano vivere secondo le loro leggi, come il re ha ordinato per la regione della Giudea.
38I tre distretti della Samaria annessi alla Giudea resteranno alla Giudea; così avranno un solo capo, senza dovere ubbidire a nessun altro al di fuori del sommo sacerdote.
«Dono la città di Tolemàide con il suo territorio al tempio di Gerusalemme per coprire le spese del culto.
Note al Testo
10,39 Tolemàide: vedi note a 5,15 e a 2 Maccabei 6,8. Demetrio incoraggia così gli Ebrei ad attaccare questa città, territorio del suo rivale, Alessandro Bala (vedi 10,1 e nota).
40Io personalmente farò dono ogni anno di quindicimila monete d’argento: dovranno essere prelevate dalle entrate del re sulle località più convenienti.
La sovvenzione che i miei amministratori non hanno versato negli anni passati, d’ora in poi dovrà essere versata per i lavori del tempio.
Note al Testo
10,41 negli anni passati: altri: come negli anni passati.
42Inoltre le cinquemila monete d’argento che si riscuotevano ogni anno sulle entrate del tempio saranno invece lasciate ai sacerdoti che prestano servizio.
43Tutti quelli che, per debiti con il fisco o per altri motivi, si rifugiano nel tempio di Gerusalemme o nelle sue adiacenze, saranno lasciati liberi e conserveranno tutti i loro beni nel mio regno.
Le spese per i lavori di ricostruzione e di restauro del santuario saranno a carico del re.
Rimandi
10,44 spese a carico del re 1 Mac 10,45; Esd 6,4.
45Per costruire le mura di Gerusalemme e per fortificare la cinta si provvederà a spese del re. Così pure per ricostruire le mura delle altre città della Giudea».
46Quando Giònata e il popolo sentirono quelle parole non si fidarono e rifiutarono di prenderle in considerazione. Ricordavano infatti i grandi mali che Demetrio aveva fatto a Israele e quanto avevano dovuto soffrire per causa sua.
47Preferirono invece Alessandro che era stato il primo a fare loro proposte di pace. Così divennero per sempre suoi alleati.
Demetrio muore

48Allora il re Alessandro radunò un grande esercito e marciò contro Demetrio.
I due re attaccarono battaglia, ma l’esercito di Demetrio si diede alla fuga. Alessandro lo inseguì e lo sconfisse.
Note al Testo
10,49-50 Demetrio… Alessandro: i principali manoscritti greci invertono tra loro i due nomi e quindi anche l’esito della battaglia, ma concordano sulla morte di Demetrio.
50La lotta fu dura fino al tramonto del sole e quel giorno Demetrio cadde ucciso.
Alleanza di Alessandro con Tolomeo

Il re Alessandro mandò a Tolomeo, re d’Egitto, questo messaggio:
Note al Testo
10,51 Tolomeo: Tolomeo VI Filomètore (180-145 a.C.).
52«Io sono rientrato nel mio regno e ho riconquistato il trono dei miei padri. Ho preso il potere dopo avere sconfitto Demetrio. Ora sono diventato padrone del paese.
53Infatti ho attaccato Demetrio, ho sbaragliato tutto il suo esercito e sono stato proclamato re al suo posto.
54Facciamo un patto di amicizia tra noi. Dammi tua figlia in moglie e io diventerò tuo genero. A te e a lei farò regali degni di te».
55Il re Tolomeo rispose così: «Felice il giorno che sei tornato nella terra dei tuoi padri e ti sei ripreso il loro trono reale!
56Farò per te quello che hai chiesto. Ora vienimi incontro fino a Tolemàide. Ci incontreremo là e io ti farò mio genero, come hai detto».
Il re Tolomeo partì dunque dall’Egitto con sua figlia Cleopatra e andò a Tolemàide: era l’anno 162.
Note al Testo
10,57 anno 162: nell’autunno del 150 a.C. (vedi nota a 1,10).
58Il re Alessandro lo raggiunse ed egli gli diede in moglie sua figlia Cleopatra. Così in Tolemàide le nozze furono celebrate con grande solennità, come fanno di solito i re.
Giònata diventa governatore della provincia

59Il re Alessandro scrisse a Giònata di andargli incontro.
60E Giònata andò a Tolemàide con grande sfarzo. Incontrò i due re e diede loro argento, oro e altri doni. Lo stesso fece con i loro amici e così si guadagnò la loro simpatia.
61Ma si radunarono alcuni Ebrei, uomini senza legge e corrotti. Volevano accusare Giònata presso il re, ma il re non ci badò.
Anzi comandò di togliere a Giònata i suoi vestiti e di fargli indossare la porpora. Così fu fatto.
Note al Testo
10,62 indossare la porpora: vedi nota a 2 Maccabei 4,38.
63Poi il re lo fece sedere accanto a sé e disse ai suoi ufficiali: «Andate con Giònata nel centro della città e proclamate dappertutto che nessuno, per nessun motivo, dovrà accusarlo; nessuno, per nessun motivo, dovrà dargli fastidio».
64Quando videro che Giònata era stato ufficialmente coperto di onori e aveva ricevuto la porpora, i suoi accusatori fuggirono tutti.
Il re diede dunque a Giònata grandi onori e lo accolse tra i suoi amici più stretti. Lo nominò comandante dell’esercito e lo fece governatore della provincia.
Note al Testo
10,65 governatore della provincia, cioè della Giudea e forse dei distretti di cui si è parlato al v. 30.
66Poi Giònata ritornò a Gerusalemme contento e in pace.
Demetrio II contro Giònata

Nell’anno 165 Demetrio, figlio del re Demetrio I, da Creta tornò nella sua terra di origine.
Note al Testo
10,67 anno 165: nel 147 a.C. — Demetrio: Demetrio II Nicànore (vedi 11,19 e nota), figlio di Demetrio I, ucciso mentre combatteva contro Alessandro (v. 50).
68Appena il re Alessandro ne fu informato, si rattristò e ritornò ad Antiòchia.
Demetrio confermò Apollonio a capo della regione della Celesiria. Costui radunò un grande esercito ed andò ad accamparsi nella città di Iàmnia. Poi mandò a dire al sommo sacerdote Giònata:
Note al Testo
10,69 Apollonio: è probabilmente quell’Apollonio del quale lo storico greco Polibio racconta che aiutò Demetrio I a fuggire da Roma (vedi 7,1 e nota a 1,10). — Celesiria: vedi 2 Maccabei 3,5 e nota. — Iàmnia: vedi nota a 5,58.
70«Sei l’unico a metterti contro di noi. Per colpa tua tutti mi deridono e mi insultano. Perché ci sfidi restando sui monti?
71Se ti senti sicuro del tuo esercito, scendi giù in pianura e scontriamoci. Io ho dalla mia parte l’aiuto delle città.
Infòrmati e verrai a sapere chi sono io e quelli che mi aiutano. Ti diranno anche che non potrete resistere contro di noi. Infatti, in passato, abbiamo sconfitto per ben due volte i vostri antenati nella loro terra.
Rimandi
10,72 sconfitto per ben due volte 5,55-62; 9,1-22; cfr. 1 Sam 4,2-10; 31,1-13.
73Perciò non potrai resistere davanti alla nostra cavalleria e al nostro esercito così grande. In questa pianura poi non c’è né roccia né alcun masso né altro posto dove nascondersi».
Giònata sconfigge Apollonio

74Quando Giònata sentì le parole di Apollonio rimase sconvolto. Scelse diecimila uomini e partì da Gerusalemme, e suo fratello Simone gli andò incontro per aiutarlo.
75Giònata si accampò davanti alla città di Giaffa, ma gli abitanti chiusero le porte perché in città c’era già un presidio di Apollonio. Allora Giònata sferrò l’attacco,
76e gli abitanti, pieni di spavento, gli spalancarono le porte. Così Giònata si impadronì di Giaffa.
77Quando Apollonio lo seppe preparò tremila cavalieri e un grande esercito. Fece finta di andare verso la città di Azoto, ma poi si diresse subito verso la pianura. Infatti faceva affidamento sulla imponente cavalleria che aveva.
78Ma Giònata lo attaccò alle spalle presso la città di Azoto, e qui i loro eserciti si affrontarono.
79Apollonio però aveva fatto nascondere alle spalle degli uomini di Giònata un migliaio di cavalieri.
80Giònata se ne accorse ma il suo esercito fu accerchiato dai nemici e da mattino a sera rimasero sotto il tiro delle loro frecce.
81Le truppe però, secondo l’ordine di Giònata, riuscirono a resistere, mentre i cavalli dei nemici andavano perdendo le forze.
82Allora Simone fece avanzare il suo esercito e attaccò quello dei nemici e, siccome i cavalli erano stanchi, i nemici rimasero sconfitti e si diedero alla fuga.
Alcuni cavalieri si dispersero nella pianura; altri invece fuggirono verso Azoto e per salvarsi entrarono nel tempio del loro dio Dagon.
Note al Testo
10,83 Dagon: dio dei Filistei (vedi Giudici 16,23).
84Giònata allora incendiò la città di Azoto e tutte le città vicine. Saccheggiò e incendiò il tempio di Dagon bruciando tutti quelli che vi si erano rifugiati.
85Nella battaglia e nell’incendio morirono circa ottomila uomini.
Poi Giònata partì di là e fece schierare il suo esercito davanti alla città di Àscalon. Ma gli abitanti gli andarono incontro e lo ricevettero con grande onore.
Note al Testo
10,86 Àscalon: città del litorale, a sud di Azoto.
87Quindi Giònata tornò a Gerusalemme con i suoi uomini carichi di bottino.
88Quando il re Alessandro fu informato di questi fatti, decise di dare a Giònata onori anche più grandi.
Gli mandò una fibbia d’oro, un dono riservato di solito ai parenti del re. Inoltre lo fece padrone della città di Ekron con tutti i suoi territori.
Note al Testo
10,89 fibbia d’oro: serviva ad agganciare la cappa della porpora (vedi nota a 2 Maccabei 4,38); era l’insegna corrispondente al titolo di parente del re (vedi nota a 2,18). — Ekron: antica città filistea situata a 7 km circa a est di Iàmnia (vedi nota a 5,58).

Rimandi

10,6 ostaggi della fortezza della Cittadella v. 9; 9,53.
10,12 fortezze costruite da Bàcchide 9,50-52.
10,44 spese a carico del re 1 Mac 10,45; Esd 6,4.
10,72 sconfitto per ben due volte 5,55-62; 9,1-22; cfr. 1 Sam 4,2-10; 31,1-13.

Note al Testo

10,1 anno 160: nel settembre-ottobre del 152 a.C. (vedi 1,10 e nota). — Alessandro Epifane: chiamato più spesso Alessandro Bala, si spacciava per figlio di Antioco Epifane (vedi 1,10), sfruttando la propria somiglianza con lui. — Tolemàide: vedi nota a 5,15.
10,2 Demetrio: Demetrio I (vedi 7,1-4 e nota a 7,1).
10,3 Giònata: vedi 9,28-31.
10,14 Bet-Sur: vedi nota a 4,29. — rifugio: l’autore forse pensa alle città-rifugio previste dalla Legge per chi ha ucciso involontariamente (vedi Esodo 21,13 e Giosuè 20,1-6).
10,20 L'incarico di sommo sacerdote: era uno dei diritti riservati al re la nomina dei sommi sacerdoti (vedi 7,5 e nota) e Giònata apparteneva a una famiglia sacerdotale (vedi 1 Maccabei 2,1.54 e note). — una corona d’oro: come quelle che portavano i sacerdoti dei culti ellenistici.
10,21 settimo mese dell’anno 160: nel mese di ottobre del 152 a.C.
10,29 tassa del sale: il sale del Mar Morto o degli acquitrini salati (vedi 11,35) era considerato proprietà del re. — Le corone, come le palme o rami di ulivo in oro (vedi 13,37; 2 Maccabei 14,4), erano originariamente doni occasionali che si facevano al re sotto forma di una corona in foglie d’oro. Più tardi divennero un tributo pagato regolarmente in monete d’oro.
10,30 la terza parte… che mi spettano: si tratta dell’imposta fondiaria, che era calcolata secondo il raccolto. È probabile che Demetrio ristabilisca qui l’antico tributo, meno pesante dell’imposta fondiaria (vedi 11,28 e nota), ma il testo non lo precisa. — Samaria e Galilea: il re riconosce quindi i diritti della Giudea sui territori conquistati da Giuda Maccabeo (vedi 11,34).
10,31 città santa: questo privilegio comprendeva il diritto d’asilo, limitato alla città stessa (vedi v. 43); invece l’esenzione dalle imposte si estende a tutta la Giudea.
10,32 Cittadella: vedi 1,33 e nota.
10,34 non pagheranno tasse: il re generalizza l’uso di sospendere l’esazione delle tasse durante i pellegrinaggi e il pagamento del dazio all’ingresso della città.
10,39 Tolemàide: vedi note a 5,15 e a 2 Maccabei 6,8. Demetrio incoraggia così gli Ebrei ad attaccare questa città, territorio del suo rivale, Alessandro Bala (vedi 10,1 e nota).
10,41 negli anni passati: altri: come negli anni passati.
10,49-50 Demetrio… Alessandro: i principali manoscritti greci invertono tra loro i due nomi e quindi anche l’esito della battaglia, ma concordano sulla morte di Demetrio.
10,51 Tolomeo: Tolomeo VI Filomètore (180-145 a.C.).
10,57 anno 162: nell’autunno del 150 a.C. (vedi nota a 1,10).
10,62 indossare la porpora: vedi nota a 2 Maccabei 4,38.
10,65 governatore della provincia, cioè della Giudea e forse dei distretti di cui si è parlato al v. 30.
10,67 anno 165: nel 147 a.C. — Demetrio: Demetrio II Nicànore (vedi 11,19 e nota), figlio di Demetrio I, ucciso mentre combatteva contro Alessandro (v. 50).
10,69 Apollonio: è probabilmente quell’Apollonio del quale lo storico greco Polibio racconta che aiutò Demetrio I a fuggire da Roma (vedi 7,1 e nota a 1,10). — Celesiria: vedi 2 Maccabei 3,5 e nota. — Iàmnia: vedi nota a 5,58.
10,83 Dagon: dio dei Filistei (vedi Giudici 16,23).
10,86 Àscalon: città del litorale, a sud di Azoto.
10,89 fibbia d’oro: serviva ad agganciare la cappa della porpora (vedi nota a 2 Maccabei 4,38); era l’insegna corrispondente al titolo di parente del re (vedi nota a 2,18). — Ekron: antica città filistea situata a 7 km circa a est di Iàmnia (vedi nota a 5,58).