Matteo
7,1-6 Non giudicare (vedi Lc 6,37-42)
7,1 “Giudicare”, nel linguaggio biblico, equivale spesso a condannare.
7,1 “Giudicare”, nel linguaggio biblico, equivale spesso a condannare.
Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi.
7,7-14 Entrate per la porta stretta (vedi Lc 11,9-13)
Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti.
7,12 Per Legge e Profeti vedi nota a 5,17.
Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci!
7,15-23 Falsi profeti e falsi discepoli (vedi Lc 6,43-45; 13,25-27)
7,15-23 Il problema del riconoscimento dei falsi profeti era vivo nella comunità di Matteo. Qui si propone un criterio di fondo: non le pratiche carismatiche, ma una vita secondo la parola di Dio.
7,15-23 Il problema del riconoscimento dei falsi profeti era vivo nella comunità di Matteo. Qui si propone un criterio di fondo: non le pratiche carismatiche, ma una vita secondo la parola di Dio.
21 Non chiunque mi dice: "Signore, Signore", entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. In quel giorno molti mi diranno: "Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?". 23 Ma allora io dichiarerò loro: "Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l'iniquità!".
Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia.
7,24-29 La casa sulla roccia (vedi Lc 6,47-7,1)
7,24-29 Il vangelo di Matteo, scritto per una comunità che è continuamente confrontata col giudaismo, insiste sulla pratica della parola di Dio. Matteo non si oppone in ciò al principio di Paolo, per il quale è la fede e non le opere a salvare perché, anche per Paolo, la fede opera “per mezzo della carità”: Gal 5,6.
7,24-29 Il vangelo di Matteo, scritto per una comunità che è continuamente confrontata col giudaismo, insiste sulla pratica della parola di Dio. Matteo non si oppone in ciò al principio di Paolo, per il quale è la fede e non le opere a salvare perché, anche per Paolo, la fede opera “per mezzo della carità”: Gal 5,6.
Quando Gesù ebbe terminato questi discorsi, le folle erano stupite del suo insegnamento: 29 egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come i loro scribi.
Note al testo