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CEI 2008 - Nuovo Testamento - Lettere Paoline - Filippesi - 3

Filippesi

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3 Per il resto, fratelli miei, siate lieti nel Signore. Scrivere a voi le stesse cose, a me non pesa e a voi dà sicurezza.
3,1 L’ESEMPIO DI PAOLO (3,1-4,20)
 Guadagni e perdite di Paolo
Guardatevi dai cani, guardatevi dai cattivi operai, guardatevi da quelli che si fanno mutilare!
3,2  cani: così erano chiamati dagli Ebrei i pagani (vedi ad es. Mt 15,26). Paolo applica invece l’espressione a coloro che, probabilmente tra i cristiani giudaizzanti, si ritengono perfetti osservanti della Legge e di questo si vantano (vv. 4-6). Quel vanto, che era stato un tempo anche di Paolo (v. 7), contraddice radicalmente la vita in Cristo, che egli ora sperimenta (vv. 8-11).
3I veri circoncisi siamo noi, che celebriamo il culto mossi dallo Spirito di Dio e ci vantiamo in Cristo Gesù senza porre fiducia nella carne,
4sebbene anche in essa io possa confidare. Se qualcuno ritiene di poter avere fiducia nella carne, io più di lui:
circonciso all'età di otto giorni, della stirpe d'Israele, della tribù di Beniamino, Ebreo figlio di Ebrei; quanto alla Legge, fariseo;
3,5  La tribù di Beniamino si vantava di discendere dall’unico figlio di Giacobbe nato nella terra promessa, e di essere stata sempre fedele alla dinastia davidica (vedi Gen 35,16-20). Da essa proviene il primo re d’Israele, che si chiama Saul, il nome di Paolo nell’ambiente di lingua ebraica e aramaica.
6quanto allo zelo, persecutore della Chiesa; quanto alla giustizia che deriva dall'osservanza della Legge, irreprensibile.
7Ma queste cose, che per me erano guadagni, io le ho considerate una perdita a motivo di Cristo.
8Anzi, ritengo che tutto sia una perdita a motivo della sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore. Per lui ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero spazzatura, per guadagnare Cristo
ed essere trovato in lui, avendo come mia giustizia non quella derivante dalla Legge, ma quella che viene dalla fede in Cristo, la giustizia che viene da Dio, basata sulla fede:
3,9 La giustizia che viene da Dio per mezzo della fede in Cristo è il tema anticipato da Paolo nella lettera ai Gàlati e svolto ampiamente in quella ai Romani.
10perché io possa conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la comunione alle sue sofferenze, facendomi conforme alla sua morte,
11nella speranza di giungere alla risurrezione dai morti.
Non ho certo raggiunto la mèta, non sono arrivato alla perfezione; ma mi sforzo di correre per conquistarla, perché anch'io sono stato conquistato da Cristo Gesù.
3,12-16 Verso il traguardo
13Fratelli, io non ritengo ancora di averla conquistata. So soltanto questo: dimenticando ciò che mi sta alle spalle e proteso verso ciò che mi sta di fronte,
corro verso la mèta, al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù.
3,14  Paolo ricorre al linguaggio e alle metafore dello sport per indicare il suo impegno e lavoro come apostolo (1Cor 9,24-27; Gal 2,2).
Tutti noi, che siamo perfetti, dobbiamo avere questi sentimenti; se in qualche cosa pensate diversamente, Dio vi illuminerà anche su questo.
3,15  perfetti: sono i cristiani maturi nella fede (1Cor 2,6).
16Intanto, dal punto a cui siamo arrivati, insieme procediamo.
Fratelli, fatevi insieme miei imitatori e guardate quelli che si comportano secondo l'esempio che avete in noi.
3,17-21 Modello da imitare
18Perché molti - ve l'ho già detto più volte e ora, con le lacrime agli occhi, ve lo ripeto - si comportano da nemici della croce di Cristo.
19La loro sorte finale sarà la perdizione, il ventre è il loro dio. Si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi e non pensano che alle cose della terra.
La nostra cittadinanza infatti è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo,
3,20 Frammento di antica professione di fede in Gesù chiamato salvatore e Signore.
21il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che egli ha di sottomettere a sé tutte le cose.


Note al testo

3,1 L’ESEMPIO DI PAOLO (3,1-4,20)
 Guadagni e perdite di Paolo
3,2  cani: così erano chiamati dagli Ebrei i pagani (vedi ad es. Mt 15,26). Paolo applica invece l’espressione a coloro che, probabilmente tra i cristiani giudaizzanti, si ritengono perfetti osservanti della Legge e di questo si vantano (vv. 4-6). Quel vanto, che era stato un tempo anche di Paolo (v. 7), contraddice radicalmente la vita in Cristo, che egli ora sperimenta (vv. 8-11).
3,5  La tribù di Beniamino si vantava di discendere dall’unico figlio di Giacobbe nato nella terra promessa, e di essere stata sempre fedele alla dinastia davidica (vedi Gen 35,16-20). Da essa proviene il primo re d’Israele, che si chiama Saul, il nome di Paolo nell’ambiente di lingua ebraica e aramaica.
3,9 La giustizia che viene da Dio per mezzo della fede in Cristo è il tema anticipato da Paolo nella lettera ai Gàlati e svolto ampiamente in quella ai Romani.
3,12-16 Verso il traguardo
3,14  Paolo ricorre al linguaggio e alle metafore dello sport per indicare il suo impegno e lavoro come apostolo (1Cor 9,24-27; Gal 2,2).
3,15  perfetti: sono i cristiani maturi nella fede (1Cor 2,6).
3,17-21 Modello da imitare
3,20 Frammento di antica professione di fede in Gesù chiamato salvatore e Signore.