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Filippesi

I contenuti
Traspare da questa lettera l'attaccamento di Paolo verso i cristiani di Filippi: sentimenti pienamente corrisposti. In tale affettuoso contesto l'apostolo esprime la certezza della sua incondizionata appartenenza a Cristo e rivolge alla comunità dei fedeli l'invito a un impegno sempre maggiore nella imitazione di Cristo stesso, modello di povertà e di obbedienza assoluta al Padre (2,1-11). Di fronte ai giudaizzanti che minacciano l'integrità della fede, l'apostolo non esita a elencare i propri titoli di autentico e zelante giudeo, che ora però vuole essere solo di Cristo. Ringrazia la comunità di Filippi per gli aiuti materiali ricevuti e rinnova ancora una volta il suo affetto per essa (4,1-20). Un possibile schema della lettera è il seguente:
Saluto, ringraziamento e preghiera (1,1-11)
Notizie personali e invito alla concordia (1,12-2,30)
L'esempio di Paolo (3,1-4,20)
Saluti e augurio (4,21-23).

Le caratteristiche
La lettera non ha uno sviluppo logicamente ordinato ma segue l'onda dei sentimenti. Paolo è in prigione, in attesa del giudizio, che potrebbe essere di condanna a morte (1,16-20; 2,14-18); tuttavia, il tono della lettera è gioioso e fiducioso. L'esortazione all'obbedienza e all'amore fraterno precede e segue la proclamazione di un testo cristologico, che è tra i più profondi e belli del NT (2,6-11).

L'origine
L'apostolo scrive dal carcere dove, anche in catene, testimonia e annuncia il Vangelo. Nel suo impegno sempre rigoroso di coerenza cristiana prevale un senso di grande speranza, unito a forte tensione nella costante attesa del Signore. La lettera fu scritta forse verso la metà degli anni 50 da Èfeso o, secondo altri, verso gli anni 61/62 da Roma. Destinatari sono i fedeli della comunità di Filippi (città della Macedonia, oggi Grecia settentrionale). Si tratta della prima chiesa fondata da Paolo in territorio europeo, nel corso del suo secondo viaggio apostolico, verso l'anno 50 (At 16,11-40).