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Apocalisse

I contenuti
Giovanni, "fratello e compagno nella tribolazione" (1,9), comunica ai cristiani che leggono i messaggi da lui scritti, quanto il Signore gli rivela sul mistero delle vicende umane. In un primo momento egli si rivolge a sette comunità cristiane, che risiedono in alcune città dell'attuale Turchia occidentale, e mette in evidenza i loro pregi e i loro difetti. Poi, accentuando l'uso dei simboli, descrive il corso della storia, con i tentativi da parte del potere del male di rendere nulli i progetti di Dio. Le meraviglie operate da Dio nel passato, in particolare il trionfo conseguito dall'Agnello-Gesù con la sua morte e risurrezione, offrono all'uomo e alla Chiesa l'assicurazione di un esito positivo del combattimento contro le forze che si oppongono al riconoscimento della redenzione di Cristo e al culto verso di lui. La caduta della grande Babilonia, simbolo della città perversa, sarà il preannuncio della sconfitta definitiva del nemico. Diverrà allora possibile contemplare lo splendore della città nuova, la Gerusalemme celeste, realizzazione perfetta dell'azione di Dio, dove gli uomini finalmente "saranno suoi popoli ed egli sarà il Dio con loro" (21,3). Lo schema sviluppato nell'
Apocalisse è il seguente:
Prologo e visione inaugurale (1,1-20)
Giovanni alle sette Chiese dell'Asia Minore (2,1-3,22)
Visioni profetiche (4,1-5,14)
I sette sigilli (6,1-8,1)
Le sette trombe (8,2-11,19)
La grande tribolazione (12,1-14,20)
Le sette coppe (15,1-16,21)
Il giudizio (17,1-20,15)
La nuova Gerusalemme (21,1-22,15)
Epilogo (22,16-21).

Le caratteristiche
L'
Apocalisse ha stile, prospettiva e genere letterario diversi da tutti gli altri scritti del NT e si inserisce nel grande filone degli scritti chiamati "apocalittici". Passato, presente e futuro si mescolano tra loro. Il senso nascosto, ma reale, degli eventi assume spessore drammatico. Questo libro assume dall'AT i modelli del suo linguaggio simbolico, che ne rendono comprensibile il messaggio. L'assemblea liturgica costituisce l'ambiente vitale della rivelazione profetica che lo scritto testimonia.

L'origine
Giovanni si rivolge, all'inizio del libro, "alle sette Chiese che sono in Asia" (1,4); ciò suggerisce che l'ambiente originario dei primi lettori dell'
Apocalisse sia stato quello dell'Asia Minore. Nel resto del libro non si trovano però cenni che facciano ritenere il suo messaggio globale destinato solo a questa regione. In realtà, in questo scritto potevano riconoscersi tutti i cristiani che abitavano entro i confini dell'impero romano, o meglio i cristiani del mondo intero. Quattro volte l'autore si presenta come "Giovanni" (1,1.4.9; 22,8) e si qualifica come "servo" di Dio e di Gesù, "fratello" dei cristiani in difficoltà. L'esperienza di rapimenti, visioni, estasi, che ha dato origine a questo libro è avvenuta nell'isola di Patmos, dove Giovanni stava dando testimonianza a Gesù (1,9). Antiche tradizioni riferiscono di un esilio o relegazione dell'apostolo Giovanni a Patmos, dove avrebbe scritto l'Apocalisse. Sotto certi aspetti l'opera mostra caratteristiche comuni con il vangelo e le lettere di Giovanni; ma vi si notano anche differenze rilevanti di vocabolario e di tematiche. Per questa ragione diversi studiosi pensano che l'Apocalisse non sia da attribuire all'apostolo Giovanni, ma a un suo discepolo, diverso da colui che scrisse il quarto vangelo. La data di composizione del libro è probabilmente tarda e non lontana da quella degli altri scritti giovannei: verso la fine del I sec.