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CEI 2008 - Nuovo Testamento - Lettere Paoline - 2 Corinzi - 12

2 Corinzi

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12 Se bisogna vantarsi - ma non conviene - verrò tuttavia alle visioni e alle rivelazioni del Signore.
12,1-10 Visioni e rivelazioni
So che un uomo, in Cristo, quattordici anni fa - se con il corpo o fuori del corpo non lo so, lo sa Dio - fu rapito fino al terzo cielo.
12,2 L’esperienza straordinaria, di cui Paolo parla in terza persona, risale a quattordici anni prima e non coincide con la visione di Damasco, che era avvenuta a metà degli anni trenta. Il terzo cielo è quello di Dio, dopo l’atmosfera terrestre e il cielo degli astri.
3E so che quest'uomo - se con il corpo o senza corpo non lo so, lo sa Dio -
4fu rapito in paradiso e udì parole indicibili che non è lecito ad alcuno pronunciare.
5Di lui io mi vanterò! Di me stesso invece non mi vanterò, fuorché delle mie debolezze.
6Certo, se volessi vantarmi, non sarei insensato: direi solo la verità. Ma evito di farlo, perché nessuno mi giudichi più di quello che vede o sente da me
e per la straordinaria grandezza delle rivelazioni.
Per questo, affinché io non monti in superbia, è stata data alla mia carne una spina, un inviato di Satana per percuotermi, perché io non monti in superbia.
12,7  La spina nella carne è una sofferenza attribuita da Paolo all’azione di Satana. Non esattamente identificata, può essere una malattia cronica, ma anche l’ostilità degli avversari o la persecuzione dei suoi consanguinei secondo la carne, gli Ebrei (11,26; Rm 9,3).
8A causa di questo per tre volte ho pregato il Signore che l'allontanasse da me.
9Ed egli mi ha detto: "Ti basta la mia grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza". Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo.
10Perciò mi compiaccio nelle mie debolezze, negli oltraggi, nelle difficoltà, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: infatti quando sono debole, è allora che sono forte.
Sono diventato pazzo; ma siete voi che mi avete costretto. Infatti io avrei dovuto essere raccomandato da voi, perché non sono affatto inferiore a quei superapostoli, anche se sono un nulla.
12,11-21 Non cerco i vostri beni, ma voi
12Certo, in mezzo a voi si sono compiuti i segni del vero apostolo, in una pazienza a tutta prova, con segni, prodigi e miracoli.
13In che cosa infatti siete stati inferiori alle altre Chiese, se non in questo: che io non vi sono stato di peso? Perdonatemi questa ingiustizia!
14Ecco, è la terza volta che sto per venire da voi, e non vi sarò di peso, perché non cerco i vostri beni, ma voi. Infatti non spetta ai figli mettere da parte per i genitori, ma ai genitori per i figli.
15Per conto mio ben volentieri mi prodigherò, anzi consumerò me stesso per le vostre anime. Se vi amo più intensamente, dovrei essere riamato di meno?
16Ma sia pure che io non vi sono stato di peso. Però, scaltro come sono, vi ho preso con inganno.
17Vi ho forse sfruttato per mezzo di alcuni di quelli che ho inviato tra voi?
18Ho vivamente pregato Tito di venire da voi e insieme con lui ho mandato quell'altro fratello. Tito vi ha forse sfruttati in qualche cosa? Non abbiamo forse camminato ambedue con lo stesso spirito, e sulle medesime tracce?
19Da tempo vi immaginate che stiamo facendo la nostra difesa davanti a voi. Noi parliamo davanti a Dio, in Cristo, e tutto, carissimi, è per la vostra edificazione.
20Temo infatti che, venendo, non vi trovi come desidero e che, a mia volta, venga trovato da voi quale non mi desiderate. Temo che vi siano contese, invidie, animosità, dissensi, maldicenze, insinuazioni, superbie, disordini,
21e che, alla mia venuta, il mio Dio debba umiliarmi davanti a voi e io debba piangere su molti che in passato hanno peccato e non si sono convertiti dalle impurità, dalle immoralità e dalle dissolutezze che hanno commesso.


Note al testo

12,1-10 Visioni e rivelazioni
12,2 L’esperienza straordinaria, di cui Paolo parla in terza persona, risale a quattordici anni prima e non coincide con la visione di Damasco, che era avvenuta a metà degli anni trenta. Il terzo cielo è quello di Dio, dopo l’atmosfera terrestre e il cielo degli astri.
12,7  La spina nella carne è una sofferenza attribuita da Paolo all’azione di Satana. Non esattamente identificata, può essere una malattia cronica, ma anche l’ostilità degli avversari o la persecuzione dei suoi consanguinei secondo la carne, gli Ebrei (11,26; Rm 9,3).
12,11-21 Non cerco i vostri beni, ma voi