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CEI 2008 - Nuovo Testamento - Lettere Paoline - 1 Corinzi - 4

1 Corinzi

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4 Ognuno ci consideri come servi di Cristo e amministratori dei misteri di Dio.
4,1-13 Gli apostoli sono servi di Cristo
2Ora, ciò che si richiede agli amministratori è che ognuno risulti fedele.
3A me però importa assai poco di venire giudicato da voi o da un tribunale umano; anzi, io non giudico neppure me stesso,
4perché, anche se non sono consapevole di alcuna colpa, non per questo sono giustificato. Il mio giudice è il Signore!
5Non vogliate perciò giudicare nulla prima del tempo, fino a quando il Signore verrà. Egli metterà in luce i segreti delle tenebre e manifesterà le intenzioni dei cuori; allora ciascuno riceverà da Dio la lode.
Queste cose, fratelli, le ho applicate a modo di esempio a me e ad Apollo per vostro profitto, perché impariate dalle nostre persone a stare a ciò che è scritto, e non vi gonfiate d'orgoglio favorendo uno a scapito di un altro.
4,6  Queste cose: si riferisce a quanto Paolo ha scritto in 3,4-9. L’invito a stare a ciò che è scritto probabilmente è un’espressione proverbiale che equivale a “non esagerare”.
7Chi dunque ti dà questo privilegio? Che cosa possiedi che tu non l'abbia ricevuto? E se l'hai ricevuto, perché te ne vanti come se non l'avessi ricevuto?
Voi siete già sazi, siete già diventati ricchi; senza di noi, siete già diventati re. Magari foste diventati re! Così anche noi potremmo regnare con voi.
4,8 Paolo interpella i cristiani di Corinto, ironizzando sulla loro autosufficienza spirituale.
9Ritengo infatti che Dio abbia messo noi, gli apostoli, all'ultimo posto, come condannati a morte, poiché siamo dati in spettacolo al mondo, agli angeli e agli uomini.
10Noi stolti a causa di Cristo, voi sapienti in Cristo; noi deboli, voi forti; voi onorati, noi disprezzati.
11Fino a questo momento soffriamo la fame, la sete, la nudità, veniamo percossi, andiamo vagando di luogo in luogo,
12ci affatichiamo lavorando con le nostre mani. Insultati, benediciamo; perseguitati, sopportiamo;
13calunniati, confortiamo; siamo diventati come la spazzatura del mondo, il rifiuto di tutti, fino ad oggi.
Non per farvi vergognare vi scrivo queste cose, ma per ammonirvi, come figli miei carissimi.
4,14-21 Esortazioni e avvertimenti
15Potreste infatti avere anche diecimila pedagoghi in Cristo, ma non certo molti padri: sono io che vi ho generato in Cristo Gesù mediante il Vangelo.
16Vi prego, dunque: diventate miei imitatori!
17Per questo vi ho mandato Timòteo, che è mio figlio carissimo e fedele nel Signore: egli vi richiamerà alla memoria il mio modo di vivere in Cristo, come insegno dappertutto in ogni Chiesa.
18Come se io non dovessi venire da voi, alcuni hanno preso a gonfiarsi d'orgoglio.
19Ma da voi verrò presto, se piacerà al Signore, e mi renderò conto non già delle parole di quelli che sono gonfi di orgoglio, ma di ciò che veramente sanno fare.
20Il regno di Dio infatti non consiste in parole, ma in potenza.
21Che cosa volete? Debbo venire da voi con il bastone, o con amore e con dolcezza d'animo?


Note al testo

4,1-13 Gli apostoli sono servi di Cristo
4,6  Queste cose: si riferisce a quanto Paolo ha scritto in 3,4-9. L’invito a stare a ciò che è scritto probabilmente è un’espressione proverbiale che equivale a “non esagerare”.
4,8 Paolo interpella i cristiani di Corinto, ironizzando sulla loro autosufficienza spirituale.
4,14-21 Esortazioni e avvertimenti