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CEI 2008 - Antico Testamento - Libri Sapienziali - Qoelet - 2

Qoelet

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NT greco

CEI 2008 2 Io dicevo fra me: "Vieni, dunque, voglio metterti alla prova con la gioia. Gusta il piacere!". Ma ecco, anche questo è vanità.
2,1-11 Vanità dei piaceri, delle ricchezze e del lavoro
CEI 2008 2,2Del riso ho detto: "Follia!"
e della gioia: "A che giova?".
CEI 2008 2,3Ho voluto fare un'esperienza: allietare il mio corpo con il vino e così afferrare la follia, pur dedicandomi con la mente alla sapienza. Volevo scoprire se c'è qualche bene per gli uomini che essi possano realizzare sotto il cielo durante i pochi giorni della loro vita.
CEI 2008 2,4Ho intrapreso grandi opere, mi sono fabbricato case, mi sono piantato vigneti.
CEI 2008 2,5Mi sono fatto parchi e giardini e vi ho piantato alberi da frutto d'ogni specie;
CEI 2008 2,6mi sono fatto vasche per irrigare con l'acqua quelle piantagioni in crescita.
CEI 2008 2,7Ho acquistato schiavi e schiave e altri ne ho avuti nati in casa; ho posseduto anche armenti e greggi in gran numero, più di tutti i miei predecessori a Gerusalemme.
CEI 2008 2,8Ho accumulato per me anche argento e oro, ricchezze di re e di province. Mi sono procurato cantori e cantatrici, insieme con molte donne, delizie degli uomini.
CEI 2008 2,9Sono divenuto più ricco e più potente di tutti i miei predecessori a Gerusalemme, pur conservando la mia sapienza.
CEI 2008 2,10Non ho negato ai miei occhi nulla di ciò che bramavano, né ho rifiutato alcuna soddisfazione al mio cuore, che godeva d'ogni mia fatica: questa è stata la parte che ho ricavato da tutte le mie fatiche.
CEI 2008 2,11Ho considerato tutte le opere fatte dalle mie mani e tutta la fatica che avevo affrontato per realizzarle. Ed ecco: tutto è vanità e un correre dietro al vento. Non c'è alcun guadagno sotto il sole.
CEI 2008 Ho considerato che cos'è la sapienza, la stoltezza e la follia: "Che cosa farà il successore del re? Quello che hanno fatto prima di lui".
2,12-16 C’è una stessa sorte per tutti
CEI 2008 2,13Mi sono accorto che il vantaggio della sapienza sulla stoltezza è come il vantaggio della luce sulle tenebre:
CEI 2008 2,14il saggio ha gli occhi in fronte,
ma lo stolto cammina nel buio.
Eppure io so che un'unica sorte è riservata a tutti e due.
CEI 2008 2,15Allora ho pensato: "Anche a me toccherà la sorte dello stolto! Perché allora ho cercato d'essere saggio? Dov'è il vantaggio?". E ho concluso che anche questo è vanità.
CEI 2008 2,16Infatti, né del saggio né dello stolto resterà un ricordo duraturo e nei giorni futuri tutto sarà dimenticato. Allo stesso modo muoiono il saggio e lo stolto.
CEI 2008 Allora presi in odio la vita, perché mi era insopportabile quello che si fa sotto il sole. Tutto infatti è vanità e un correre dietro al vento.
2,17-26 Perché faticare, per poi lasciare tutto a un altro?
CEI 2008 2,18Ho preso in odio ogni lavoro che con fatica ho compiuto sotto il sole, perché dovrò lasciarlo al mio successore.
CEI 2008 2,19E chi sa se questi sarà saggio o stolto? Eppure potrà disporre di tutto il mio lavoro, in cui ho speso fatiche e intelligenza sotto il sole. Anche questo è vanità!
CEI 2008 2,20Sono giunto al punto di disperare in cuor mio per tutta la fatica che avevo sostenuto sotto il sole,
CEI 2008 2,21perché chi ha lavorato con sapienza, con scienza e con successo dovrà poi lasciare la sua parte a un altro che non vi ha per nulla faticato. Anche questo è vanità e un grande male.
CEI 2008 2,22Infatti, quale profitto viene all'uomo da tutta la sua fatica e dalle preoccupazioni del suo cuore, con cui si affanna sotto il sole?
CEI 2008 2,23Tutti i suoi giorni non sono che dolori e fastidi penosi; neppure di notte il suo cuore riposa. Anche questo è vanità!
CEI 2008 Non c'è di meglio per l'uomo che mangiare e bere e godersi il frutto delle sue fatiche; mi sono accorto che anche questo viene dalle mani di Dio.
2,24  mangiare e bere: tra le modeste gioie della vita, la più frequentemente ricordata è la gioia della tavola, intesa come benedizione predisposta dal Signore per l’uomo (3,12-13).
CEI 2008 2,25Difatti, chi può mangiare o godere senza di lui?
CEI 2008 2,26Egli concede a chi gli è gradito sapienza, scienza e gioia, mentre a chi fallisce dà la pena di raccogliere e di ammassare, per darlo poi a colui che è gradito a Dio. Ma anche questo è vanità e un correre dietro al vento!