Proverbi
e la benevolenza altrui vale più dell'argento e dell'oro.
2 Il ricco e il povero s'incontrano in questo:
il Signore ha creato l'uno e l'altro.
3 L'accorto vede il pericolo e si nasconde,
gli inesperti vanno avanti e la pagano.
4 Frutti dell'umiltà sono il timore di Dio,
la ricchezza, l'onore e la vita.
5 Spine e tranelli sono sulla via del perverso;
chi ha cura di se stesso se ne tiene lontano.
6 Indirizza il giovane sulla via da seguire;
neppure da vecchio se ne allontanerà.
7 Il ricco domina sul povero
e chi riceve prestiti è schiavo del suo creditore.
8 Chi semina ingiustizia raccoglie miseria
e il bastone che usa nella sua collera svanirà.
9 Chi è generoso sarà benedetto,
perché egli dona del suo pane al povero.
10 Scaccia lo spavaldo e la discordia se ne andrà:
cesseranno i litigi e gli insulti.
11 Chi ama la schiettezza del cuore
e la benevolenza sulle labbra, sarà amico del re.
12 Gli occhi del Signore custodiscono la scienza:
in tal modo egli confonde le parole del perfido.
13 Il pigro dice: "C'è un leone là fuori:
potrei essere ucciso in mezzo alla strada".
14 La bocca delle straniere è una fossa profonda:
vi cade colui che è in ira al Signore.
15 La stoltezza è legata al cuore del fanciullo,
ma il bastone della correzione l'allontana da lui.
16 Chi opprime il povero non fa che arricchirlo,
chi dà a un ricco non fa che impoverirsi.
Porgi l'orecchio e ascolta le parole dei sapienti,
applica la tua mente alla mia istruzione:
22,17 INSEGNAMENTI DEI SAGGI (22,17-24,22)
22,17-24,22 La terza raccolta di proverbi, che prende il nome dai sapienti evocati nel v. 17, è piuttosto breve e presenta elementi riconducibili a un testo sapienziale egiziano, conosciuto come Insegnamento di Amenemope (risalente al XIII-XII sec.). L’accenno alle trenta massime in 22,20 forse allude ai trenta capitoli (o “stanze”) di cui si componeva quel testo.
22,17-21 Invito all’ascolto
22,17-24,22 La terza raccolta di proverbi, che prende il nome dai sapienti evocati nel v. 17, è piuttosto breve e presenta elementi riconducibili a un testo sapienziale egiziano, conosciuto come Insegnamento di Amenemope (risalente al XIII-XII sec.). L’accenno alle trenta massime in 22,20 forse allude ai trenta capitoli (o “stanze”) di cui si componeva quel testo.
22,17-21 Invito all’ascolto
se le terrai pronte sulle tue labbra.
19 Perché sia riposta nel Signore la tua fiducia,
oggi le faccio conoscere a te.
20 Ecco, ho scritto per te trenta massime,
in materia di consigli e di saggezza,
21 perché tu sappia riferire in modo conveniente parole di verità
e possa riportarle a quelli che ti mandano.
Non depredare il povero perché egli è povero,
e non affliggere il misero in tribunale,
23 perché il Signore difenderà la loro causa
e spoglierà della vita coloro che li hanno spogliati.
24 Non ti associare a un collerico
e non praticare un uomo iracondo,
25 per non abituarti alle sue maniere
e procurarti una trappola per la tua vita.
26 Non essere di quelli che danno la mano
e si fanno garanti dei debiti altrui,
27 perché, se poi non avrai da pagare,
si dovrebbe togliere il letto di sotto a te.
28 Non spostare il confine antico,
che è stato posto dai tuoi padri.
29 Hai visto un uomo sollecito nel lavoro?
Egli starà al servizio del re
e non al servizio di gente oscura!
Note al testo