Ezechiele
11,3 Questa città è la pentola: l’immagine esprime la spavalda sicurezza dei capi; nessuno può togliere la carne da una pentola che è già sul fuoco. La metafora della pentola verrà ripresa in Ez 24,1-14, ma in senso di condanna per gli abitanti di Gerusalemme.
5 Lo spirito del Signore venne su di me e mi disse: "Parla: Così dice il Signore: Avete parlato a questo modo, o casa d'Israele, e io conosco ciò che vi passa per la mente. 6 Voi avete moltiplicato i morti in questa città, avete riempito di cadaveri le sue strade. 7 Per questo così dice il Signore Dio: I cadaveri che avete gettato in mezzo ad essa sono la carne, e la città è la pentola. Ma io vi caccerò fuori. 8 Avete paura della spada e io manderò la spada contro di voi, oracolo del Signore Dio! 9 Vi caccerò fuori dalla città e vi metterò in mano agli stranieri e farò giustizia su di voi. 10 Cadrete di spada: alla frontiera d'Israele io vi giudicherò e saprete che io sono il Signore. 11 La città non sarà per voi la pentola e voi non ne sarete la carne! Alla frontiera d'Israele vi giudicherò: 12 allora saprete che io sono il Signore, di cui non avete seguito le leggi né osservato le norme, mentre avete agito secondo le norme delle nazioni vicine".
13 Non avevo finito di profetizzare quando Pelatia, figlio di Benaià, cadde morto. Io mi gettai con la faccia a terra e gridai ad alta voce: "Ohimé! Signore Dio, vuoi proprio distruggere quanto resta d'Israele?".
Allora mi fu rivolta questa parola del Signore:
11,14-21 Promessa per i deportati
11,14-21 Dopo la prima deportazione babilonese, avvenuta nel 597, coloro che erano rimasti a Gerusalemme pretendevano un diritto esclusivo sulla terra di Dio. Ezechiele ribalta questa considerazione: è vero che gli esuli stanno subendo un castigo, ma Dio non li ha abbandonati.
11,14-21 Dopo la prima deportazione babilonese, avvenuta nel 597, coloro che erano rimasti a Gerusalemme pretendevano un diritto esclusivo sulla terra di Dio. Ezechiele ribalta questa considerazione: è vero che gli esuli stanno subendo un castigo, ma Dio non li ha abbandonati.
Darò loro un cuore nuovo, uno spirito nuovo metterò dentro di loro. Toglierò dal loro petto il cuore di pietra, darò loro un cuore di carne,
11,19 Darò loro un cuore nuovo: il brano, che si avvicina a Ger 31,31-34, verrà ripreso in Ez 36,26-27.
I cherubini allora alzarono le ali e le ruote si mossero insieme con loro, mentre la gloria del Dio d'Israele era in alto su di loro. Quindi dal centro della città la gloria del Signore si alzò e andò a fermarsi sul monte che è a oriente della città. 24 E uno spirito mi sollevò e mi portò in Caldea fra i deportati, in visione, per opera dello spirito di Dio. E la visione che avevo visto disparve davanti a me. 25 E io raccontai ai deportati quanto il Signore mi aveva mostrato.
Note al testo