CEI 1974 - Nuovo Testamento - Lettere Paoline - Gàlati - 2
Gàlati
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Interconfessionale
CEI 1974
2
Dopo quattordici anni, andai di nuovo a Gerusalemme in compagnia di Barnaba, portando con me anche Tito:
2,1-5
Cfr. At 15. La visita alla Chiesa Madre fu ispirata da Dio. Si trattava della dottrina paolina secondo la quale i pagani convertiti non dovevano essere sottoposti al giogo della legge giudaica. Nonostante le insistenze dei giudaizzanti (v. 4) Paolo, confortato dal giudizio delle autorità (v. 3), non volle far circoncidere (v. 5) il suo collaboratore Tito, che era un convertito dal paganesimo.
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2,3 Ora neppure Tito, che era con me, sebbene fosse greco, fu obbligato a farsi circoncidere.
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Gal2,3Ebbene, neppure Tito che era con me, benché non fosse Ebreo, fu obbligato a sottomettersi al rito della *circoncisione.
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2,4 E questo proprio a causa dei falsi fratelli che si erano intromessi a spiare la libertà che abbiamo in Cristo Gesù, allo scopo di renderci schiavi.
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GalAlcuni intrusi, falsi fratelli, avrebbero voluto farlo circoncidere. Costoro si erano infiltrati tra noi per insidiare la libertà che ci viene da *Cristo e per ricondurci sotto la schiavitù della *legge di Mosè.
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2,5 Ad essi però non cedemmo, per riguardo, neppure un istante, perché la verità del vangelo continuasse a rimanere salda tra di voi.
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2,6 Da parte dunque delle persone più ragguardevoli - quali fossero allora non m`interessa, perché Dio non bada a persona alcuna - a me, da quelle persone ragguardevoli, non fu imposto nulla di più.
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GalDel resto, le persone considerate più autorevoli nella comunità, non mi imposero nulla. Per me non ha alcuna importanza chi erano in passato, perché Dio sceglie chi vuole. Lo ripeto: quelli che hanno autorità
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2,7 Anzi, visto che a me era stato affidato il vangelo per i non circoncisi, come a Pietro quello per i circoncisi -
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Galriconobbero che Dio aveva affidato a me l’incarico di annunziare la parola di Cristo tra i non Ebrei, così come aveva affidato a Pietro di annunziarla tra gli Ebrei.
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2,8 poiché colui che aveva agito in Pietro per farne un apostolo dei circoncisi aveva agito anche in me per i pagani -
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Gal2,8Perché Dio che ha fatto di Pietro l’*apostolo degli Ebrei, ha fatto di me l’apostolo dei pagani.
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e riconoscendo la grazia a me conferita, Giacomo, Cefa e Giovanni, ritenuti le colonne, diedero a me e a Barnaba la loro destra in segno di comunione, perché noi andassimo verso i pagani ed essi verso i circoncisi.
2,9
Su Giacomo cfr. 1, 19. cfr. At 15, 13 ss.
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GalGiacomo, Pietro e Giovanni, che sono considerati le persone più autorevoli, riconobbero che Dio mi aveva affidato questo incarico particolare, e trovandosi d’accordo con noi, strinsero fraternamente la mano a me e a Bàrnaba. Fu così deciso che noi saremmo andati fra i pagani ed essi tra gli Ebrei.
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Soltanto ci pregarono di ricordarci dei poveri: ciò che mi sono proprio preoccupato di fare.
L` incidente di Antiochia
L` incidente di Antiochia
2,10
Il soccorso ai poveri di Gerusalemme da parte delle comunità convertite dal paganesimo era una testimonianza di comunione fraterna: cfr 2 Cor 8, 1-15.
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GalCi raccomandarono soltanto di ricordarci dei poveri della chiesa di Gerusalemme. E questo ho sempre cercato di farlo.
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Ma quando Cefa venne ad Antiochia, mi opposi a lui a viso aperto perché evidentemente aveva torto.
2,11-15
Si ignorano la data e le circostanze di questo scontro. Pietro aveva personalmente introdotto nella Chiesa il primo pagano convertito senza sottoporlo al giudaismo e aveva difeso il suo atteggiamento (cfr. At 15, 7 ss.), ma ad Antiochia aveva ritenuto di non esasperare i giudeo-cristiani. Questo comportamento, a causa della riconosciuta autorità di Pietro, poteva risultare pericoloso. Paolo lascia capire che Pietro riconobbe le sue ragioni.
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GalMa quando Pietro venne ad Antiòchia, io mi opposi a lui apertamente perché aveva torto.
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Infatti, prima che giungessero alcuni da parte di Giacomo, egli prendeva cibo insieme ai pagani; ma dopo la loro venuta, cominciò a evitarli e a tenersi in disparte, per timore dei circoncisi.
2,12
Giacomo era d’accordo con Pietro e Paolo: cfr. At 15, 13. ss. 1 pagani sono cristiani convertiti dalla idolatria.
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GalPrima infatti egli aveva l’abitudine di sedersi a tavola con i credenti di origine pagana; ma quando giunsero alcuni che stavano dalla parte di Giacomo, egli cominciò a evitare quelli che non erano Ebrei e si tenne in disparte per paura dei sostenitori della *circoncisione.
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2,13 E anche gli altri Giudei lo imitarono nella simulazione, al punto che anche Barnaba si lasciò attirare nella loro ipocrisia.
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Gal2,13Anche gli altri fratelli di origine ebraica si comportarono come Pietro in questo modo equivoco. Persino Bàrnaba fu trascinato dalla loro ipocrisia.
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2,14 Ora quando vidi che non si comportavano rettamente secondo la verità del vangelo, dissi a Cefa in presenza di tutti: "Se tu, che sei Giudeo, vivi come i pagani e non alla maniera dei Giudei, come puoi costringere i pagani a vivere alla maniera dei Giudei?
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GalMa quando mi accorsi che essi non agivano secondo la parola del Signore, dissi a Pietro, in presenza di tutti: «Se tu che sei Ebreo di origine ti comporti come uno che non lo è, vivendo come chi non è sottoposto alla legge ebraica, perché poi costringi gli altri a vivere come gli Ebrei?».
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GalNoi siamo Ebrei di nascita. Non proveniamo dagli altri popoli che non conoscono la legge di Mosè.
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sapendo tuttavia che l`uomo non è giustificato dalle opere della legge ma soltanto per mezzo della fede in Gesù Cristo, abbiamo creduto anche noi in Gesù Cristo per essere giustificati dalla fede in Cristo e non dalle opere della legge; poiché dalle opere della legge non verrà mai giustificato nessuno".
2,16
Citazione del Sal 142, 2. Mediante la grazia divina, l’uomo da uno stato di ingiustizia, cioè di peccato - secondo il senso biblico della giustizia - passa allo stato di giustizia o di santità, frutto di una intima trasformazione che elimina il peccato (cfr. 1, 4. cfr. 2, 17) e conferisce una vita nuova (cfr. 2, 19-20. cfr. 3, 2. cfr. 4, 5. cfr. 5, 25). Questo è il frutto della redenzione compiuta da Cristo e quindi è la fede in lui che rende giusti, non l’osservanza della legge di Mosè, che non poteva offrire l’intima e definitiva salvezza.
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GalEppure noi sappiamo che Dio salva l’uomo non perché questi osserva le pratiche della legge di Mosè ma perché crede in Gesù *Cristo. E noi abbiamo creduto in Gesù Cristo, per essere salvati da Dio per mezzo della fede in Cristo, e non per mezzo delle opere comandate dalla Legge. Nessuno infatti sarà salvato perché osserva la Legge.
Note al Testo
2,16
Dio salva, essere salvati, sarà salvato: oppure: rende giusto, essere giusti/o: vedi nota a Romani 1,17 e 3,26.
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2,17 Se pertanto noi che cerchiamo la giustificazione in Cristo siamo trovati peccatori come gli altri, forse Cristo è ministro del peccato? Impossibile!
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Gal2,17Ora, se noi che cerchiamo di essere salvati da Dio per mezzo di Gesù Cristo, cadiamo in peccato, significa forse che Cristo ci spinge a peccare? No di certo!
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Gal2,18Significa soltanto che io mi dimostro peccatore perché do ancora valore a una Legge scaduta.
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In realtà mediante la legge io sono morto alla legge, per vivere per Dio.
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GalIn realtà per me non c’è vita nella pratica della Legge. Essa non mi riguarda più: ora vivo per Dio. Sono stato crocifisso con Cristo.
Rimandi
2,19
la legge non mi riguarda più Rm 7,4-6. — vivo per Dio Rm 6,10-11; 14,8. — crocifisso con Cristo Gal 6,14.
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Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me. Questa vita nella carne, io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me.
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GalNon son più io che vivo: è Cristo che vive in me. La vita che ora vivo in questo mondo la vivo per la fede nel Figlio di Dio che mi ha amato e volle morire per me.
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2,21 Non annullo dunque la grazia di Dio; infatti se la giustificazione viene dalla legge, Cristo è morto invano.
Interconfessionale
GalIo non rendo inutile la grazia di Dio. Ma se fosse vero che siamo salvati perché osserviamo le norme della Legge, allora Cristo sarebbe morto per niente.