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CEI1974

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1 Timòteo

Le due lettere a Timoteo e la lettera a Tito sono tradizionalmente denominate « pastorali » perché, destinate a capi di comunità cristiane, trattano dei doveri del loro ministero senza impostazione sistematica e con paterno calore. Fin dal II sec. la tradizione cristiana le ritiene di Paolo e l'attribuzione è ancora valida, nonostante che la maggior parte degli studiosi preferisca, in base alla critica interna, addebitarle a un discepolo di Paolo o a un ignoto scrittore cristiano del II sec. Timoteo fu per Paolo quel che Giovanni l'evangelista fu per Gesù: il discepolo prediletto, educato con affettuosissima cura, guidato e sorretto nei primi passi e nelle difficoltà dell'apostolato per essere messo poi a capo della importante Chiesa di Efeso. Il nome di Timoteo è associato a quello di Paolo in 1 e 2 Ts, 2 Cor, Fil, Col, Fm; infatti, egli fu fedelissimo collaboratore dell'apostolo a partire dalla seconda spedizione missionaria. Le lettere a Tm e Tt furono scritte tra la fine della prima detenzione di Paolo a Roma (a. 63) e l'inizio della seconda, negli anni 66-67. Gli Atti non v anno oltre il 63 (cfr. introd. ad At); le lettere pastorali contengono notizie di alcuni spostamenti di Paolo in Macedonia, a Creta, a Ffeso, a Troade, a Mileto e a Corinto. Queste lettere sono particolarmente importanti per la storia della istituzione della gerarchia nelle prime comunità cristiane, cui è demandato in particolare il compito di custodire intatto il « deposito della fede ».