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CEI 1974 - Nuovo Testamento - Lettere Paoline - 1 Corinzi - 11

1 Corinzi

11 1 Fatevi miei imitatori, come io lo sono di Cristo.
Vi lodo poi perché in ogni cosa vi ricordate di me e conservate le tradizioni così come ve le ho trasmesse.
11,2 Le tradizioni sono l’insegnamento orale: cfr nota a 2 Ts 2, 15.
3 Voglio però che sappiate che di ogni uomo il capo è Cristo, e capo della donna è l`uomo, e capo di Cristo è Dio.
4 Ogni uomo che prega o profetizza con il capo coperto, manca di riguardo al proprio capo.
Ma ogni donna che prega o profetizza senza velo sul capo, manca di riguardo al proprio capo, poiché è lo stesso che se fosse rasata.
11,5 Il velo è segno della naturale subordinazione della donna all’uomo secondo la Bibbia. Allora soltanto le schiave e le donne di facili costumi andavano a capo scoperto. « Profetizza » si riferisce a un discorso edificante sotto l’ispirazione dello Spirito.
6 Se dunque una donna non vuol mettersi il velo, si tagli anche i capelli! Ma se è vergogna per una donna tagliarsi i capelli o radersi, allora si copra.
7 L`uomo non deve coprirsi il capo, poiché egli è immagine e gloria di Dio; la donna invece è gloria dell`uomo.
8 E infatti non l`uomo deriva dalla donna, ma la donna dall`uomo;
9 né l`uomo fu creato per la donna, ma la donna per l`uomo.
Per questo la donna deve portare sul capo un segno della sua dipendenza a motivo degli angeli.
11,10 Gli angeli sono invisibilmente presenti nelle assemblee liturgiche.
11 Tuttavia, nel Signore, né la donna è senza l`uomo, né l`uomo è senza la donna;
12 come infatti la donna deriva dall`uomo, così l`uomo ha vita dalla donna; tutto poi proviene da Dio.
Giudicate voi stessi: è conveniente che una donna faccia preghiera a Dio col capo scoperto?
11,13-15 Insegnamenti di un naturale buon senso.
14 Non è forse la natura stessa a insegnarci che è indecoroso per l`uomo lasciarsi crescere i capelli,
15 mentre è una gloria per la donna lasciarseli crescere? La chioma le è stata data a guisa di velo.
16 Se poi qualcuno ha il gusto della contestazione, noi non abbiamo questa consuetudine e neanche le Chiese di Dio.
Abusi alle agapi
17 E mentre vi do queste istruzioni, non posso lodarvi per il fatto che le vostre riunioni non si svolgono per il meglio, ma per il peggio.
18 Innanzi tutto sento dire che, quando vi radunate in assemblea, vi sono divisioni tra voi, e in parte lo credo.
19 E` necessario infatti che avvengano divisioni tra voi, perché si manifestino quelli che sono i veri credenti in mezzo a voi.
20 Quando dunque vi radunate insieme, il vostro non è più un mangiare la cena del Signore.
Ciascuno infatti, quando partecipa alla cena, prende prima il proprio pasto e così uno ha fame, l`altro è ubriaco.
11,21 A Corinto, prima della celebrazione eucaristica, aveva luogo un pasto in comune, nel quale si commettevano abusi.
22 Non avete forse le vostre case per mangiare e per bere? O volete gettare il disprezzo sulla chiesa di Dio e far vergognare chi non ha niente? Che devo dirvi? Lodarvi? In questo non vi lodo!
Istituzione della SS. Eucaristica
Io, infatti, ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane
11,23 All’epoca della evangelizzazione di Corinto, venti anni dopo la morte di Cristo, il racconto tradizionale della istituzione dell’eucaristia aveva già una forma fissa, che si ritrova nei vangeli: cfr. Lc 22, 14-20. cfr. Mt 26,26-29. cfr. Mc 14,22-25.
24 e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: "Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me".
25 Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: "Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me".
26 Ogni volta infatti che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore finché egli venga.
27 Perciò chiunque in modo indegno mangia il pane o beve il calice del Signore, sarà reo del corpo e del sangue del Signore.
28 Ciascuno, pertanto, esamini se stesso e poi mangi di questo pane e beva di questo calice;
29 perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna.
30 E` per questo che tra voi ci sono molti ammalati e infermi, e un buon numero sono morti.
31 Se però ci esaminassimo attentamente da noi stessi, non saremmo giudicati;
32 quando poi siamo giudicati dal Signore, veniamo ammoniti per non esser condannati insieme con questo mondo.
33 Perciò, fratelli miei, quando vi radunate per la cena, aspettatevi gli uni gli altri.
34 E se qualcuno ha fame, mangi a casa, perché non vi raduniate a vostra condanna. Quanto alle altre cose, le sistemerò alla mia venuta.

Note al testo

11,2 Le tradizioni sono l’insegnamento orale: cfr nota a 2 Ts 2, 15.
11,5 Il velo è segno della naturale subordinazione della donna all’uomo secondo la Bibbia. Allora soltanto le schiave e le donne di facili costumi andavano a capo scoperto. « Profetizza » si riferisce a un discorso edificante sotto l’ispirazione dello Spirito.
11,10 Gli angeli sono invisibilmente presenti nelle assemblee liturgiche.
11,13-15 Insegnamenti di un naturale buon senso.
11,21 A Corinto, prima della celebrazione eucaristica, aveva luogo un pasto in comune, nel quale si commettevano abusi.
11,23 All’epoca della evangelizzazione di Corinto, venti anni dopo la morte di Cristo, il racconto tradizionale della istituzione dell’eucaristia aveva già una forma fissa, che si ritrova nei vangeli: cfr. Lc 22, 14-20. cfr. Mt 26,26-29. cfr. Mc 14,22-25.