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CEI1974

CEI 1974

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Giuditta

L’eroina del libro è una giovane e virtuosa vedova giudea che, grazie alla sua fede, alla sua bellezza e alla sua astuzia, salva la città palestinese di Betulia dall’assedio di cui l’ha cinta Oloferne, generale di Nabucodonosor “re d’Assiria”. Anche questo libretto, come quello di Tobia, appartiene a un genere letterario che corrisponde più alla novella edificante che a una vera e propria storia, come si rileva dalla deliberata indifferenza per le precise informazioni storiche e cronologiche. Vi sono utilizzati anche elementi del genere letterario apocalittico. L’autore esalta la fierezza religiosa del popolo di Dio al cospetto dei suoi nemici; il fatto che a salvare Betulia e i suoi abitanti sia una donna, sottolinea le risorse della divina provvidenza, che si serve per le sue grandi opere di umili e inadatti strumenti (cfr. c. 9). E’ notevole anche la prospettiva universalistica della salvezza (14, 5-10). Scritto originariamente in ebraico, il libro è stato conservato soltanto in greco e fu pubblicato verso la fine del II sec. a.C., al tempo dell’epopea maccabeica.